Tutti in miniera! Al parco di S. Silvestro con bambini

Il Parco archeominerario di S. Silvestro a Campiglia Marittima, in provincia di Livorno, è stato per la nostra famiglia una grande sorpresa. All’interno della Val di Cornia questo parco si estende per 450 ettari e racconta la storia della miniera e la vita dei minatori.

Capitati lì per caso, ci è piaciuto tantissimo!

Noi abbiamo scelto la visita completa: visita del museo, visita della Miniera del Temperino e il percorso del trenino fino alla Valle Lanzi.

Curiosità: con l’acquisto di un biglietto famiglia si ottiene la ParcheoCard che dà diritto al 50% di sconto sull’acquisto di un biglietto famiglia per altri parchi della Val di Cornia, senza limiti di tempo (Parco di Baratti e Populonia e Museo archeologico di Populonia).

Una guida molto cortese e preparata ci ha fatto indossare il casco di protezione e una volta coperti per bene (la temperatura non supera i 14°. Tanto freddo!) siamo entrati nella montagna.

I boys erano eccitati di indossare l’elmetto come dei veri minatori.

La visita alla Miniera del Temperino si snoda in un percorso sotterraneo di 360 metri e permette la scoperta dei luoghi di escavazione del periodo etrusco e moderno. Dentro la galleria abbiamo ammirato i pozzi di origine etrusca e tutte le varie tipologie di scavo che hanno interessato l’area.

Abbiamo visto molte formazioni rocciose tra cui quella azzurra di crisocolla (da non toccare, mi raccomando), tanti minerali e dopo circa 30 minuti siamo usciti dalla montagna.

Ci siamo avviati verso la stazione del trenino, passando davanti alle macchine minerarie che erano usate in passato e davanti all’ascensore Earle che serviva per portare i carrelli su e giù dai sei livelli della Miniera.

Pochissimo più avanti ci sono il magazzino/spogliatoio dei minatori, dove è proiettato un film sulla vita dei minatori. E’ stato parecchio emozionante scoprire attraverso i pannelli esplicativi, un pezzo di vita di questi minatori.

Qui c’è la stazione del trenino e una volta saliti sulle carrozze gialle si entra in un’altra miniera e si fa un viaggio di circa 25 minuti. Spettacolare è stato il percorso sul trenino nella galleria Lanzi-Temperino. Anche qui le spiegazioni sono state esaurienti; addirittura commovente il momento in cui il treno si ferma nell’oscurità totale ed è letta una breve poesia di un minatore che lavorò in quelle gallerie.

Il viaggio in trenino è la parte più caratteristica del tour. Abbiamo fatto una sosta alla valle dei Lanzi, dove si vede una cava di estrazione di calcare tuttora funzionante. Con il trenino abbiamo percorso una strada panoramica d’interesse naturalistico che ripercorre il tracciato di una vecchia ferrovia mineraria costruita all’inizio del XX secolo.

Curiosità: I Lanzi erano minatori del Tirolo attivi nella zona della Val di Cornia a metà del XVI secolo.

Da qui c’è la partenza per la Rocca di San Silvestro, villaggio minerario medievale abitato per più di 300 anni da minatori e fonditori. Qui i minatori vivevano in piccole casupole di roccia circondate da muri oltre i quali si trovavano i primi forni per la lavorazione del materiale estratto.

Il sentiero per raggiungere la Rocca dura circa 1 ora e mezzo e per noi era troppo impegnativo per cui non l’abbiamo fatto.

Con il trenino siamo ritornati alla stazione di partenza e da lì con una veloce camminata abbiamo raggiunto il parcheggio.
I boys sono rimasti entusiasti e noi anche, grazie alle guide super brave che ci hanno coinvolto e risposto a ogni tipo di domanda.

Si è rivelata una visita affascinante e sorprendente. Nessuno di noi aveva mai visto il duro lavoro dei minatori.

Assolutamente consigliato trascorrere un’intera giornata nel parco.

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A presto,

Francesca

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La mostra il carro d’oro di Palazzo Pitti a Firenze con bambini

In occasione di un evento riservato alle famiglie al museo, siamo andati a curiosare alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze per la mostra “Il carro d’oro di Johann Paul Schor. L’effimero splendore dei carnevali barocchi”. La visita di questo dipinto era riservata ai bambini guidata da Lucia Montuschi, storica guida e fondatrice di Exclusive Connection.

La visita è stata molto divertente e interessante. Lucia ha saputo intrattenere e coinvolgere i bambini con domande, giochi, stimoli della fantasia e tanto buon umore. Abbiamo scoperto che il dipinto “Il carro d’oro” ci parla proprio del carnevale, delle feste mascherate e degli allestimenti barocchi. Il quadro, infatti, raffigura ‘Il corteo del principe Giovan Battista Borghese per il carnevale di Roma del 1664’ , opera del pittore Johann Paul Schor. Questo dipinto è stato acquistato lo scorso anno dalle Gallerie degli Uffizi.

Che bello è stato vedere quegli enormi carri trionfali, quei costumi bellissimi e tutto quello splendore, che in realtà rappresentavano l’effimero. Ci sarebbe piaciuto fare un tuffo in mezzo a tutto l’oro di quel corteo carnevalesco.

I bambini hanno provato a rispondere alle domande della guida su cosa poteva rappresentare quel carro, cosa aveva di particolare, a cosa si riferiva quel costume o quali fossero i vari tipi di mestieri dell’epoca. Non è facile spiegare dei quadri ai bambini. Per quanto gli avevamo preparati con le solite regole per la visita il museo (parlare sottovoce, camminare piano, fare domande, non avere fretta, etc.), è difficile appassionare i bambini ai quadri. In questo caso Lucia si è rivelata molto abile ad appassionare tutto il gruppetto, coinvolgendoli di continuo e stimolando la loro curiosità.

Nella sala del Carro d’oro c’era anche una Culla da parata, rivestita di raso giallo e intagliata con ghirlande e putti. I bambini hanno provato a capire come funzionava il meccanismo oscillatorio per dondolare l’aristocratico neonato. Ci è sembrata una macchina ingegnosa per la sua epoca!

Seguendo il filo conduttore del carnevale, al termine della visita i boys hanno partecipato a un piccolo laboratorio “Carta Canta” dove hanno avuto la possibilità di indossare splendide maschere di cartapesta realizzate a mano e trasformarsi negli animali che animavano le fiabe dell’Antica Grecia. Voglio ringraziare la guida Lucia Montuschi e il personale del Dipartimento per l’Educazione della Galleria degli Uffizi per la pazienza e collaborazione dimostrata nei confronti di tutti i bambini del gruppo. Hanno saputo coinvolgerli e stimolarli per la partecipazione alle varie fiabe. Sicuramente le splendide maschere li hanno parecchio incuriositi!

Poiché eravamo lì, non potevamo non curiosare tra gli altri musei dentro Palazzo Pitti. Abbiamo fatto un rapido giro alla Galleria Palatina con i suoi soffitti meravigliosi e agli Appartamenti Reali con le loro quattordici stanze.

La giornata è finita in bellezza con l’improvvisata visita alla Galleria del Costume oggi nota come detto Museo della Moda e del Costume che ospita più di 6.000 pezzi, fra abiti e accessori di moda dal XVIII secolo a oggi. La collezione comprende abiti di corte e di gala, uniformi, vestiti d’alta moda, pezzi prêt-à-porter, costumi di scena teatrali e cinematografici.

Le collezioni ruotano periodicamente e sono spesso affiancate da mostre temporanee di grande interesse. E noi abbiamo avuto la fortuna di poterne vedere una!

Fino a primi di maggio, infatti, c’è Animalia Fashion, dove l’arte, la moda e la natura si fondono assieme per una mostra emozionale.

Evidentemente il mondo animale è diventato una fonte d’ispirazione per gli stilisti o che ha creato accostamenti inaspettati nel nostro immaginario. Onestamente se penso al collegamento tra animali e moda, mi viene in mente solo la stampa leopardata.

Invece in questa mostra si possono osservare abiti con stampe ispirate al mondo dei coralli, sandali con ragnatele (mamma, c’è Spiderman!), con farfalle, cappelli con piume di pappagallo, con scarabei, collane con serpenti, borse con insetti, con conchiglie, pesci impiegati in vari capi I vari stilisti ci hanno voluto stupire ispirandosi anche ad animali rari come ricci, aragoste o babirussa (per questa ho consultato il dizionario. Il babirussa è una specie di cinghiale presente in alcune isole indonesiane).

Ci è sembrato di essere in un museo di storia naturale. I boys erano curiosi di vedere quali animali avremmo trovato nella sala successiva e come sarebbero stati impiegati. Coccodrillo, serpente, farfalle, ragno, pappagallo, scarabei, pesci, conchiglie, arcobaleno, fenicotteri hanno scatenato la loro immaginazione cercando di capire come avessero potuto ispirare i grandi nomi della moda per impiegarli nelle loro creazioni.

Questa mostra è stata una piacevole scoperta, che forse vuole evidenziare tramite la moda le meraviglie naturali nell’ambiente e le necessità di proteggerlo. E’ stato un tuffo in uno sconosciuto mondo animale ed è adatta a piccoli e grandi.

Se vi trovate a Firenze, non perdetevela.

A presto,

Francesca