Al Mulino Bianco con i bambini

Se anche voi come me eravate innamorati di tutte le sorprese nelle merendine del Mulino Bianco negli anni 80 e 90 dovete per forza venire con me all’agriturismo che divenne il famoso Mulino Bianco dal 1990 al  1995.

Se anche voi come me avete vissuto il tormentone: “ Se ho un desiderio? Mi piacerebbe vivere in una casa nel verde” ripetuto nel famoso spot della Barilla, prima dal babbo che faceva il giornalista, dai bambini Andrea e Linda, poi dal nonno che non riusciva ad attraversare la strada per il traffico e infine dalla mamma che faceva l’insegnante, dovete assolutamente continuare a leggere.

Il casolare che divenne il Mulino Bianco si trova in Toscana ed io ho voluto portare i miei bambini. Si trova in provincia di Siena nel comune di Chiusdino e oggi si chiama Mulino delle Pile, un edificio costruito nei primi anni del 1200 per la macinatura del grano e la sodatura dei panni (una sorta d’infeltrimento che dava alle stoffe maggiore consistenza) e che deriva il suo nome da recipienti di pietra, denominati “pile”.

Mulino Bianco a Chiusdino (SI)

Che bello arrivare lì. I boys non potevano capire!

Cosa ne sanno loro del tegolino, delle gommine che riproducevano merendine in miniatura, della radio sveglia, del fornetto scaldabriosche e di tutte le altre sorpresine con il logo del Mulino? Che nostalgia!

Appena si arriva all’Agriturismo, pensiamo subito: è davvero il Mulino Bianco! Quello dove il mattino si riuniva tutta la famiglia felice per fare colazione insieme con tante cose buone e genuine.

Siamo riusciti a visitarlo anche dentro. Il mulino è bellissimo e tenuto veramente bene, grazie alle opere di restauro realizzate con i proventi del fortunato spot. La torre è antichissima ed è una meraviglia. Ci ha sicuramente colpito la stanzetta, dove Tornatore girò la prima pubblicità. La proprietaria ci ha spiegato che la Barilla aveva l’esigenza di trovare un mulino vero per il marchio del Mulino Bianco inventato nel 1977.

Fu così trovato quel casolare in mezzo al verde che era in pessime condizioni, non era bianco e non aveva la ruota. Fu allora ricoperto di cartongesso per farlo diventare bianco. E dal 1990 al 1995 è diventato il Mulino Bianco con la famiglia felice a mangiare tutte le prelibatezze.

Dal 2000 è diventato un Agriturismo e noi siamo venuti a pernottare per vedere quei bellissimi prati verdi che spaziano per 12 ettari, le anatre che gironzolano intorno all’edificio (come all’inizio del famoso spot!) e il fiume che percorre tutto l’agriturismo. L’attrazione principale è la grande ruota che gira ancora, con tutte le papere che nuotano sotto. C’è anche una piscina molto carina, dove poter fare il bagno e rinfrescarsi.

Venire qua è veramente un ritorno alla natura. Abbiamo staccato dal mondo esterno per rilassarsi e per respirare un po’ quel messaggio rassicurante che la Barilla aveva voluto trasmetter negli anni ’90 usando quella campagna, tutto quel verde, il mangiar sano, la famiglia unita e felice e il mulino bianco e candido.

Aggiornamento 2021: l’ex Mulino Bianco non è più un agriturismo. Il casolare è in vendita

E voi avete visitato posti che sono stati set di film o spot? Fatemi sapere perchè sono curiosa!

A presto,

Francesca

 

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(Voltaire)

 

5 scuse per non viaggiare con bambini

Mi è sempre piaciuto viaggiare. Prima dei boys con il mio omone abbiamo girato parecchio con il nostro zaino in spalla.

Dopo i boys abbiamo fatto fatica a ripartire, ma adesso siamo prontissimi per tornare a curiosare ovunque. In questi anni di mancati viaggi o piccole fughe in giro per l’Italia ho riflettuto a lungo e sono arrivata alla conclusione che siamo noi a trovare scuse per non viaggiare con i nostri bambini.

Coinvolgere i bambini nella programmazione

  1. i bambini non si ricordano i viaggi

Spesso ci convinciamo che è meglio viaggiare quando i bambini sono più grandi e possono ricordare l’esperienza del viaggio. Ma a essere onesti anch’io, come molti adulti, non ricordo i dettagli del mio ultimo viaggio, ma ricordo l’esperienza nel suo complesso, le persone incontrate e le esperienze vissute. Per tutte le informazioni pratiche su dove abbiamo dormito, quanto abbiamo speso guardo il mio diario di viaggio. E anche i bambini ricorderanno l’esperienza nel suo complesso, le cose buffe viste o fatte. Non importa ricordare i dettagli, ma cosa il viaggio ha lasciato a loro.

I nostri boys non si ricordano cosa hanno mangiato due giorni fa, ma continuano a ricordare il viaggio in treno a Vienna e di quanto si sono divertiti nella nostra cuccetta.

Sono sicura che in ogni viaggio fatto, corto o lungo che sia, a loro ha trasmesso qualcosa che forse al momento non è ancora emersa. Con il tempo ci renderemo conto che invece le emozioni hanno lasciato una traccia.

Non dimentichiamo inoltre le sensazioni che io e mio marito abbiamo con loro durante i nostri viaggi. Per noi sono momenti unici di cui parliamo spesso e volentieri.

2. viaggiare con bambini è troppo costoso

Sì e no. Dipende dalla meta scelta, dal periodo e da quanti giorni vogliamo stare fuori. Ci sono però una serie di accortezze low cost che possiamo seguire:

dobbiamo prenotare in anticipo. Se possiamo viaggiare solo durante le loro vacanze scolastiche, sappiamo ogni anno le date precise. Nel mio caso, noi possiamo fare le ferie lunghe solo ad agosto, che è il mese più caro di tutto l’anno. Verso settembre dell’anno prima, quindi con un anticipo di 10-11 mesi prenotiamo i voli. Questo ci consente di risparmiare parecchio poiché siamo quattro.

tipo di viaggio. Cerchiamo di organizzarlo in autonomia senza rivolgersi alle agenzie di viaggio, che ovviamente hanno il loro ricarico. Una volta scelta la meta, iniziamo a cercare strutture semplici tipo b&b o guest house o campeggi. Se ci iscriviamo ai gruppi su facebook di famiglie che viaggiano con bambini, possiamo chiedere consigli per mete al mare, in montagna, in Europa, extra Europa. Lo trovo un canale molto utile che io uso spesso per raccogliere informazioni sulle strutture low cost per il pernottamento che poi contatto direttamente. Se decidiamo all’ultimo momento, proviamo a contattare le agenzie locali che sono molto più economiche dei nostri maggiori portali di prenotazione viaggi.

ottenere sconti. Ricordiamo a chiunque che viaggiamo con bambini. Aerei, treni, navi e bus hanno tariffe agevolate.

A breve scriverò un post su come risparmiare per riuscire a viaggiare di più con i nostri figli. Stay tuned!

  1. inizieremo a viaggiare quando i bambini saranno più grandi

Quanto grandi? Che età dovrebbero avere? Più piccoli sono i bambini, meno problemi avremo con il calendario scolastico. Con i bambini in età scolare siamo un po’ vincolati dalle loro vacanze ma ci sono un sacco di mete che possiamo visitare in tre/quattro giorni. C’è un’infinita possibilità di viaggi per bambini di ogni età. Continuare a rimandare significa arrivare a 80 anni e non aver fatto niente.

Questa è solo una scusa che ci vogliamo raccontare. Forse se rimandiamo sempre, è perché non siamo realmente motivati a viaggiare. Questione di scelte! Noi crediamo invece che i nostri figli debbano vedere più possibile: nuovi paesi, nuove culture, nuove lingue, nuovi cibi. Il viaggio ci apre a nuovi orizzonti. Che cosa aspettiamo? Partiamo. Il mondo aspetta di essere scoperto!

Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita. (Jack Kerouac)

  1. viaggiare con i bambini è complicato

Non è vero. Per prima cosa preparare un itinerario che sia adatto a tutta la famiglia con ritmi lenti e flessibili. Cerchiamo di coinvolgere i nostri figli spiegando cosa andiamo a vedere, cosa portare e cosa vorrebbero visitare. Compriamo anche dei libri che riguardano la nostra prossima meta. Li dobbiamo incuriosire!

Ma soprattutto dobbiamo individuare posti, dove ci siano cose interessanti per bambini: museo di storia naturale, museo del treno, animali, burattini, laghi, fiumi, castelli (magari con il fantasma!), cose buffe da fare/vedere, piscine. Alternare musei a svago e divertimento.

A noi piace mangiare tanto e spesso per cui nel nostro zaino abbiamo sempre gran rifornimento di cibo per qualsiasi languorino di grandi e piccini! Viaggiare con i bambini non è complicato se usiamo accortezze e seguiamo i loro ritmi. Facciamo tutto con lentezza rispettando i loro tempi. Loro si adattano alle nuove situazioni meglio di noi.

5. viaggiare con i bambini in aereo è un incubo

Non è vero! I bambini in aereo si comportano meglio di molti adulti. Se il viaggio è lungo, cerchiamo di prenotare un volo notturno. Se non fosse possibile, portiamo tanti giochi: carte, mini giochi da viaggio (battaglia navale, forza4, scarabeo etc.), fogli e pennarelli, libri e tanti spuntini. In molti aerei ci sono anche i tablet personali, dove ognuno può scegliere tra una varietà di giochi e film.

Nel nostro recente viaggio in Yucatan il volo è durato 12 ore e devo dire che i boys sono stati bravissimi. Inoltre, stando tante ore su un aereo i bambini imparano cosa vuol dire avere pazienza e aspettare. Noi prepariamo anche un diario di viaggio con giochi e curiosità che li tiene impegnati per molte ore.

Bambini in aereo

Viaggiare ci arricchisce: conoscere persone nuove, ascoltare nuove lingue, assaggiare nuovi cibi, dormire in posti diversi sono tutte esperienze che faranno crescere i nostri figli con la voglia di scoprire e sperimentare.

E voi cosa aspettate? Non dobbiamo iniziare con un safari di un mese in Botswana. Portate i vostri figli a fare una passeggiata sulle colline vicino a casa oppure dormendo una notte fuori vicino a qualcosa d’interessante da vedere oppure prenotate il volo più economico che trovate che duri 1 o 2 ore.

Basta iniziare! Se avete bisogno d’idee o di consigli per qualche destinazione, scrivetemi e vi rispondo molto volentieri!

Grazie per aver letto fin qui!

A presto,

Francesca

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“Tra vent’anni sarai più dispiaciuto per le cose che non hai fatto che per quelle che hai fatto. Quindi sciogli gli ormeggi, naviga lontano dal porto sicuro. Cattura i venti dell’opportunità nelle tue vele. Esplora. Sogna. Scopri.” (Mark Twain)

 

 

 

 

 

Visita a Chichén-Itzà: grazie Maya!

E poi arrivo davanti a lui e mi sono di nuovo emozionata. Questo è l’effetto de El Castillo di Chichén Itzà su di me. E queste sono le mie emozioni. In questo post non ci saranno informazioni pratiche su come raggiungere Chichén Itzà, il prezzo del biglietto o il pernottamento più vicino. Questo post è la fotografia del mio stato d’animo di fronte a tanta bellezza. Appena rientrata in queste rovine che mi avevano già affascinato la prima volta ho subito ripensato alla grandezza di questa civiltà! Chichén Itzà è una delle sette meraviglie del mondo ed è l’area archeologia più visitata di tutta l’America centrale.

Chichen Itza

Nonostante fosse aprile, il sito era come sempre pieno di turisti ed io mi sono allontanata da tutto e tutti e mi sono messa in contemplazione e ho ringraziato i miei amici Maya per questa splendida opera. Nel 2003 ero forse troppo spensierata perché capire la grande opera d’ingegneria costruita dai Maya. Ancora la piramide si poteva scalare e ricordo ogni fatica salendo tutti quegli scalini! Questa volta è stato diverso. Mi sono messa a osservare e riflettere.

Come hanno fatto i Maya a costruire questa meraviglia, dimostrando un’ottima conoscenza di aritmetica e astronomia? Non avevano mezzi tecnologici a disposizione ma avevano complesse nozioni di geometria! Eppure conoscevano anche la scrittura composta di glifi e geroglifici (pare più di 800!), conoscevano lo zero, rappresentato da un glifo a forma di conchiglia.

Il mio cervello si è ricordato che i Maya conoscevano anche i cicli astronomici. Allora mi sono spostata sui 4 lati della piramide per contare i 91 gradini delle 4 scalinate. In totale sono 364 scalini cui se aggiungiamo la piattaforma finale otteniamo 365 che corrisponde perfettamente al calendario gregoriano usato oggi. Gli scalini formano 18 terrazze su ogni facciata, corrispondenti ai 18 mesi del calendario maya, mentre i 52 pannelli in rilievo presenti su ogni facciata rappresentano gli anni che compongono il secolo Maya. El Castillo è un vero e proprio orologio astronomico che serviva per misurare i cicli astronomici. Che ganzi questi Maya! Studiando le fasi solari, questo incredibile popolo creò dunque un calendario. Il loro anno era formato da 365 giorni divisi in 18 mesi di 20 giorni ciascuno, più un mese che durava solo 5 giorni.

La curiosità più sorprendente è quello che avviene il 21 marzo, giorno dell’equinozio di primavera. All’ora del tramonto, sul muro che fiancheggia la scalinata nord-est della piramide, grazie al gioco di luci, prende forma un’ombra dalle sembianze di un serpente. Quest’ombra rappresenta la loro divinità principale dei Maya, il serpente piumato Kukulkàn, visto come se scendesse dal cielo. Infatti, alla base del El Castillo c’è la testa del serpente che completa il resto del corpo.

La mia attenzione si è poi soffermata sulle guide che si alternavano a battere le mani. El Castillo è famoso anche per il suo “cinguettio”. Furono le guide turistiche ad accorgersi per caso vent’anni fa circa che, se ci si trova ai piedi della piramide, infatti, battendo le mani si può sentire un suono simile al canto di un quetzal, uccello sacro ai Maya. L’applauso arriva fino in cima e ritorna già sotto forma di eco, simile proprio al canto dell’uccello. Incredibile! Possibile che nessuno se ne fosse accorto prima?

Che fine hanno fatto tutta la loro cultura e le loro conoscenze? Pare solo l’alto clero aveva queste conoscenze. Nel campo del gioco della pelota si possono ammirare dei bassorilievi, dove raffiguravano la struttura della società all’interno delle città-stato, indipendenti una dell’altra. Al vertice c’era il grande sacerdote, massima autorità civile e religiosa. Oltre a governare, il capo curava i malati, conosceva le lettere e l’astronomia, insegnava il calcolo dei mesi e degli anni. Dopo di lui c’erano le famiglie dei nobili e dei sacerdoti che vivevano in case di pietra nella zona monumentale della città. Alla base c’era il popolo: contadini e artigiani, che abitavano in case di legno e paglia.

Intorno al 700-900 d.C. la civiltà Maya iniziò a scomparire.

Com’é stato possibile un tracollo così rapido? Una catastrofe naturale? Un’epidemia? L’arrivo degli spagnoli? Il mistero rimane e continua ad affascinare gli studiosi. Dispiace che tutta loro conoscenza sia andata quasi perduta!

Dico GRAZIE AI MAYA per 3 motivi:

  • Hanno dimostrato di essere dei grandi scienziati con profonde conoscenze di aritmetica, geometria, astronomia;
  • Non avevano strumenti di misurazione né tecnologia, ma “soltanto” intelligenza, osservazione e ingegno;
  • Sono stati i primi grandi coltivatori di cacao. CHI HA SCOPERTO IL CIOCCOLATO AVRA’ SEMPRE LA MIA AMMIRAZIONE!

Nonostante le 12 ore di volo cercherò di tornare ancora un’altra volta. Questa volta però sarò lì per l’equinozio del 21 marzo. Voglio vedere la discesa del serpente piumato con i miei occhi!

E voi avete visto qualche luogo misterioso! Fatemi sapere perché sono molto curiosa!

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A presto,

Francesca

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Yucatan con bambini

 

 

Yucatan con bambini

Siamo appena rientrati da un viaggio nella Penisola dello Yucatan con i bambini e ci è piaciuto parecchio. Siamo pieni di entusiasmo e vogliamo trasmettervi le nostre emozioni e consigli. Io e il mio omone eravamo già stati qui nel 2003 con lo zaino in spalla muovendosi con i mezzi pubblici. A distanza di 16 anni e con 2 bambini siamo tornati a curiosare in questa splendida terra. Abbiamo scelto una sistemazione più comoda e protetta, cercando di vedere le più belle rovine della splendida città Maya.

Cosa ci è piaciuto molto

Passeggiare tra i vari mercatini alla ricerca di qualcosa da portare a casa. Colori, profumi, vestiti ricamati, personaggi travestiti in cerca di foto ci hanno accompagnato tutto il viaggio.

Vedere i boys giocare come Robinson Crusoe sulla spiaggia. Hanno spaccato un sacco di cocchi, costruito capanne, raccolte conchiglie e coralli di ogni tipo. Vederli sorpresi a osservare i pellicani o le fregate che sorvolavano poco sopra di noi, intenti a catturare il loro pranzo sono stati una bella emozione. Bravi boys!

Nuotare nel Cenote e fare un tuffo dove l’acqua è più blu. Questa grotta naturale ci ha accolto con piante esotiche e pesci di vario tipo. Tra una cascata e l’altra ci siamo tuffati in questa meravigliosa acqua profonda 40 metri.

Ammirare El Castillo di Chichen Itza dove è inciso il calendario maya che rappresenta una specie di orologio astronomico. I nostri amici Maya erano dei grandi scienziati e ingegneri (a breve un post solo su Chichen Itza. Se lo merita!).

Chichen Itza

Flora e Fauna. Lo Yucatan ci ha regalato meravigliosi coralli e conchiglie, cocchi, pellicani, fregate e fenicotteri che venivano ogni giorno a trovarci in spiaggia. E’ il paese ideale per fare bird watching perché ci sono più di 500 specie diverse di uccelli.

Il sito di COBA e TULUM

COBA è un grande sito archeologico immerso nella giungla messicana. Dista circa 40 km da Tulum e 90 km da Chichen-Itza. In passato la città era immensa e si estendeva fino a 80 km quadrati. A oggi è possibile visitare 3 gruppi di edifici costruiti dai Maya. Per chi vuole, può affittare una bici o farsi trasportare dai risciò trainati dai messicani. Noi abbiamo preferito camminare lungo le stradine bianche per ammirare la fitta vegetazione e sperare di vedere qualche scimmia (che non abbiamo visto!). Il percorso visitabile è un pò più di 2 km e nonostante il grande caldo l’abbiamo fatto a piedi (boys compresi).

Tra i monumenti c’è il Gruppo Cobà, di cui risalta il Templo de las Iglesias, ossia La Chiesa, una piramide alta 25 metri a nove livelli, insieme al primo campo di gioco della pelota.  La particolarità di questo gioco è il campo con mura oblique in cui i Maya giocavano al famoso gioco della Pelota: un gioco che facevano con una palla di gomma costruita da loro che dovevano colpire con il corpo, senza usare mani e piedi. Abbiamo visto anche El Grupo de las Pinturas, tempio con tracce di pitture murali sulla porta.

Ma l’attrazione più importante è Nohoch Mul (grande collina), con la sua piramide di 42 metri che domina tutta l’area sottostante. A differenza di Chichen Itza la piramide è molto più segnata dal tempo e ha più il sapore di “rovina”. Questa è l’unica piramide Maya ancora scalabile, quindi è stato meglio approfittarne! I gradini sono tanti (120) e ancora più complicati da scendere perché scivolosissimi ma ne vale davvero la pena. I boys sono rimasti giù mentre io e il mio omone siamo saliti e la vista da lassù è spettacolare. Questo immenso mare verde, in contrasto con il cielo, è davvero spettacolare.

TULUM è l’unico sito Maya che si affaccia sul mar dei Caraibi. Le rovine di Tulum sono un posto magnifico. Nella parte superiore c’è appunto il sito archeologico, molto bello e ben curato. Poi c’è una grande scala di legno che vi porta alla spiaggia che però era rovinata dalle alghe. In questo sito abbiamo visto El Castillo che è l’edificio più alto dell’intero insediamento e anche il più spettacolare perché adagiato sulla parte più esterna della scogliera che circonda il sito. Non è ben chiaro se fosse utilizzato come torre d’osservazione, tempio per le cerimonie o come faro. Ma proprio per questa sua posizione dominante forse svolgeva la funzione di faro per le navi e la spiaggia era utilizzata per gli scambi commerciali: Tulum era stato, infatti, uno dei porti più fiorenti di tutta la Penisola dello Yucatán fino alla conquista spagnola.

Abbiamo visto anche il Tempio del Dio Discendente (pare che sia scolpita la figura di un dio a testa in giù) e il Tempio del Dio del Vento dedicato al dio del vento, ossia il dio Kukulcan, la divinità più famosa della religione Maya.

Invece che guardare le rovine i boys erano occupati con i loro nuovi amici. Qui vive una grande colonia di iguane e noi ne abbiamo contato più di 50!
A Tulum è possibile dormire sulla spiaggia nelle cabanas. Se i vostri figli sono abbastanza grandi perché non provare una o due notti? Nel 2003 io e il mio omone abbiamo dormito ed è stata un’esperienza super. Assolutamente da fare!

Cosa non ci è piaciuto

Prezzo dei taxi locali. Se alloggiate sulla Riviera Maya (Cancun, Playa del Carmen, Tulum) usate il servizio di trasporto “collectivo” e non usate i taxi parcheggiati fuori dall’hotel. La differenza di prezzo è esorbitante! I collectivos sono dei furgoncini gestiti e pilotati da messicani i quali, con pochissimi pesos, ti possono portare dappertutto. E passano ogni cinque minuti sulla Carrettera. Più frequentemente che in Italia!

Alghe sulla Riviera Maya. La forte presenza di alghe ormai dura da parecchi anni ed è dovuta all’aumento della temperatura del mare e al suo inquinamento. Nonostante la presenza degli operai messicani che fin dalle prime ore dell’alba cercano di rimuovere le alghe, la loro quantità è incontrollabile e l’odore della loro putrefazione è intenso. Nei rari momenti in cui le alghe non ci sono, il mare è splendido.

Yucatan con bambini

Noi comunque ci siamo divertiti parecchio e la vacanza è stata splendida. Lo Yucatan è un paese bellissimo con un’infinità di cose da fare e posti da vedere. I boys sono stati curiosi dall’inizio alla fine sgranando i loro grandi occhi di fronte a tanta bellezza.

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A presto,

Francesca

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Visita a Chichén Itza: grazie Maya

Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo.
(Robert Louis Stevenson)