3 posti belli da vedere in Val Venosta

Siete in Val Venosta e non sapete cosa vedere? Ma dove si trova esattamente la Val Venosta? É quel bellissimo territorio che va dal Passo di Resia dove nasce il fiume Adige fino a Merano. E’ una zona ricca di fiumi, meleti, cascate e una splendida natura incontaminata. Ecco 3 posti belli da vedere se vi trovate in Val Venosta.

Campanile sommerso

Avete mai sentito il suono delle campane di un campanile che però non le ha più dal 1959? Pare che nelle gelide notti invernali, quando il lago ghiaccia, si sentono ancora suonare le campane che però furono rimosse il 18 luglio 1959. Mistero…

Il campanile senza campane si trova a Curon, in Alto Adige nella bellissima Val Venosta e se siete in questa zona dovete farlo vedere ai vostri bambini.  È il campanile sommerso nel lago di Resia ed è splendido! È perfino diventato protagonista della serie Curon su Netflix.

Il campanile sommerso in Val Venosta

La sua storia però è abbastanza triste. Nel 1950 il centro abitato di Curon Venosta venne completamente sommerso per creare una diga. E il campanile romanico è stato l’unico sopravvissuto all’esplosione che demolì 160 edifici. Sorge nella splendida acqua azzurra ed è pronto a farsi fotografare. É possibile fare il giro del lago a piedi (circa 15 km), in bicicletta oppure fare una gita gite in barca per osservarlo da vicino.

Il lago è ampissimo ed è formato da tre laghi naturali. Oltre quello di Resia c’erano il Curon e il San Valentino alla Muta. É incredibile pensare che, mentre il bacino veniva riempito d’acqua e la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria ai suoi piedi crollava, il campanile è rimasto immobile e impavido al suo posto come una sentinella.

A noi il campanile ha molto emozionato. Se vuoi leggere l’articolo completo sul campanile, lo trovi qui. Siamo rimasti fermi a guardarlo per un’ora. E’ qualcosa di unico e spettacolare e consiglio una visita assolutamente da fare. 

Cascata di Parcines

Spostandosi verso Merano, un altro posto bello della Val Venosta è l’escursione alle Cascate di Parcines. Provenendo da Merano sulla statale 38, all’altezza della località di Rablà, c’è la deviazione per il paese di Parcines. Salendo in direzione cascate, noi abbiamo parcheggiato nel parcheggio pubblico in Via Peter Mitterhofer e ci siamo incamminati verso le cascate. Si tratta di un piacevole percorso in mezzo al bosco di circa con 450 metri di dislivello.

In realtà ci sarebbe il parcheggio in Via della Cascata molto più vicino, ma noi abbiamo voluto camminare e lo consiglio a chi si muove con bambini al seguito. Ci sono infatti molti elementi di distrazione. Sicuramente quello che ci è piaciuto di più sono stati i piccoli negozietti a forma di mela che vende succhi, marmellate e composta di frutta. C’è un listino prezzi e un salvadanaio dove lasciare i soldi. Che bella questa onestà!

Negozietti lungo il sentiero verso la cascata di Parcines

Ci sono poi un sacco di specie di fiori, piante e le immancabili mele. Il percorso segue il fiume alimentato dalla cascata e ci accompagna per tutto il tragitto tra ponti e pozze d’acqua. Proseguendo verso la cascata, abbiamo anche incontrato una funivia rossa in disuso. Chissà quando ha  fatto l’ultimo viaggio. Un vecchio telefono testimonia l’uso in tempi andati. 

Dopo diversi passaggi suggestivi nel bosco si comincia a sentire fragoroso il rumore della cascata. La cascata è splendida ed è bellissimo ammirare la forza dell’acqua che con veemenza cade da ben 98 metri di altezza. Qualcuno dice che sia la più alta dell’Alto Adige. A seconda dei raggi del sole che riflettono nelle acque di questa bellissima cascata, si può ammirare con stupore il meraviglioso gioco di luce che fa brillare l’acqua con i tanti e vivaci colori dell’arcobaleno.

Il ritorno avviene per la stessa strada, attraverso meleti, casette curate e moltissime specie di fiori. Dall’alto si vede come il piccolo paese di  Parcines sia circondato da una natura incontaminata e da un paesaggio notevole, da un’atmosfera rilassante.

Sentiero didattico di Rio Lagundo

Se viaggiate con bambini al seguito, un altro posto bello della Val Venosta è il sentiero didattico di Rio Lagundo.

Da Rablà si prende la Funivia Rio Lagundo, che ci ha portato a 1.342 m s.l.m. Da qui abbiamo percorso un sentiero ad anello di circa 3,7 km dove abbiamo scoperto molte curiosità del bosco.

Ci siamo dunque incamminati su questo percorso ben segnalato senza alcuna difficoltà, trovandosi subito davanti alla piccola chiesetta bianca di S. Maria della Neve che sorge in cima a una collina davanti a un panorama meraviglioso. 

Chiesa di S. Maria della Neve a Rio Lagundo

Durante il percorso ci sono diversi pannelli informativi e stazioni avventura che raccontano, a misura di bambino, l’ecosistema bosco e dei suoi abitanti. Abbiamo scoperto ben 18 specie di legno lungo il sentiero. 

I boys si sono divertiti a sollevare i piccoli tronchi per individuare la specie dell’albero e i vari scrigni di legno con i diversi tipi di funghi. Abbiamo trovato accampamenti primitivi fatti con rami e foglie, un percorso a piedi nudi sui vari tipi di legno, tantissimi funghi, i vari tipi di nidi, tane scavate nei tronchi, una casetta sull’albero, sedie giganti e panchine panoramiche.

L’attrazione che ci è piaciuta di più è stato sicuramente lo xilofono nel bosco dove i boys con martelli di gomma colpivano i tasti di legno. La diversa specie di albero faceva emettere un suono differente. Noi ovviamente siamo rimasti tutto il pomeriggio a suonare lo xilofono.

Il sentiero didattico è particolarmente adatto a famiglie e bambini, che in modo avventuroso possono scoprire le varietà del bosco e del legno. Si tratta di un sentiero circolare percorribile in circa 1,5 ore con arrivo e partenza dalla funivia, con vista stupenda sul Parco Naturale Gruppo del Tessa.

Vi è venuta un po’ di voglia di visitare la Val Venosta?

Tra meleti, vigneti, funivie, sentieri didattici, campanili misteriosi e cascate immerse nel bosco voi e i vostri figli vi divertirete un sacco!

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7 consigli su come viaggiare con bambini dopo la pandemia

Crociera alla ricerca di Nessie

Dove portare i nostri ragazzi in vacanza? Devo fare il green pass anche se mi sposto tra regioni?
Sono queste le domande che ci stiamo facendo in questi giorni in attesa di maggiore chiarezza.
Mai come durante il periodo Covid programmare un viaggio è diventato un momento veramente speciale. Si riparte e si vede la luce in fondo al tunnel. Dopo la pandemia che ha condizionato le nostre mete nel 2020, il viaggio è cambiato. Le nostre priorità sono cambiate. Quest’anno sarà un’esperienza più consapevole. Abbiamo imparato a adattarci velocemente a situazioni che cambiano dall’oggi all’indomani. Senza preavviso.

Ecco allora 7 consigli per chi sta programmando le vacanze con bambini al seguito:

Non rinunciare a viaggiare

Non ci facciamo prendere dal panico per i vaccini da fare, le tempistiche da rispettare e la paura di contrarre il virus. Sono timori reali intendiamoci! Organizziamoci per bene ma non rinunciamo a partire. Rimanere chiusi in casa dalla sera alla mattina mi ha fatto capire quanto sia importante muoversi. Nel 2020 siamo stati cauti e siamo rimasti in Italia. Abbiamo rispettato le regole, i colori delle nostre zone e i vari divieti.
Ora è il momento di ripartire con tutte le cautele e le misure di sicurezza previste.
Ma partiamo! I nostri figli ne hanno bisogno più di noi e non troviamo scuse!

Andiamo in mezzo alla natura

Lontano dalla folla. Più stiamo lontano dagli altri, meno ci esponiamo a eventuali contagi. Non mi interessano spiagge affollate (a dire la verità neppure prima della pandemia); io preferisco stare in mezzo alla natura: uno chalet in montagna, un agriturismo un pò isolato o piccoli borghi. Se non vogliamo uscire dalla nostra regione, cerchiamo montagne o laghi o colline dove possiamo fare pic nic, passeggiate, giochi all’aria aperta o semplicemente leggere un buon libro lontano da tutti. Ai nostri figli spesso basta un pallone (soprattutto per chi ha solo maschi come me).
Se invece siamo allenati, possiamo scegliere di fare trekking, escursionismo e tutte le attività all’aria aperta dove il rischio di incontrare altre persone è sicuramente inferiore rispetto a una spiaggia o un lungomare
L’importanza di stare accanto a una lago, di ascoltare i rumori della natura, sedersi lungo il fiume è anche un modo di ritagliarsi un pò di tranquillità per stare con noi stessi.

Cascata delle Marmore

Viaggiamo in auto

La sola idea di trascorrere ore in auto con i vostri figli vi terrorizza? Per prima cosa leggi qui i miei consigli pratici per affrontare lunghi viaggi in auto senza ansia.
Scegliamo itinerari poco noti, regioni che non abbiamo mai visitato e mete un pò fuori dalle rotte del turismo e guidiamo a caso. Lasciamoci guidare dall’istinto e sicuramente faremo dei piacevoli incontri: animali in mezzo alla strada che vogliono la nostra attenzione; quel bellissimo borgo dove fermarci; quella piccola osteria dove mangiare qualcosa o quel bar nascosto dove bere un caffè.
Il viaggio in auto ci assicura la tranquillità dal punto di vista sanitario. Dover prendere aerei, treni o bus ci mette a contatto con gli altri. L’auto invece è solo per noi e possiamo starci nella massima sicurezza.
L’auto ci permette poi flessibilità, comodità e risparmio di soldi rispetto ai mezzi pubblici.

Dormiamo in alloggi insoliti

Diamo la precedenza a un turismo di qualità piuttosto che di quantità. Per me è più importante portare i miei ragazzi a fare un’esperienza indimenticabile di 3 giorni piuttosto che una settimana al mare. I miei ragazzi rammentano ancora la casa sull’albero in Maremma!
Oltre al glamping, si stanno diffondendo molti tipi di alloggi insoliti in Italia dove poter trascorrere qualche notte. Case sull’albero, cupole geodetiche, yurte mongole, bolle trasparenti, caravan vintage, pigne nel bosco ci aspettano per le notti sotto le stelle. Sul web troviamo tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno. C’è da dire che non sono sistemazioni molto economiche per una famiglia di 4 persone, ma si può provare per una notte per poi abbinarci altri giorni in strutture nella zona.

Casa sull'albero in Maremma

Muoviamoci in sicurezza

Come nel 2020, anche quest’anno le strutture alberghiere, i campeggi e tutte le attività ricettive seguiranno i rigorosi protocolli di sicurezza. Prima di prenotare assicuriamoci di avere i servizi di cui abbiamo bisogno: come e quanto utilizzare la piscina della struttura; come utilizzare la spa; gli impianti sportivi messi a disposizione; le attività di intrattenimento dei ragazzi; il buffet etc.; il distanziamento a cena etc.
Cerchiamo la soluzione più sicura per la nostra famiglia e quella che fa stare più tranquilli.
Facciamo tutte le domande possibili alla struttura in modo di avere la certezza che tutto sia sicuro. Verificare bene le politiche di cancellazione, di rimborso in caso di impossibilità di partire, di cambio date, di emissione voucher etc,
Conservare tutte le mail e gli scambi di messaggi con la struttura fino al vostro rientro a casa. Tutto questo per farvi stare più tranquilli.

Assicuriamoci

Prima di partire, consiglio vivamente di stipulare l’assicurazione di viaggio per tutta la famiglia che ci protegga dall’insorgenza di Covid, eventuali coperture per familiari e tutto quanto di cui abbiamo bisogno.
Verificare bene le condizioni prima di apporre la firma.

Lavorando

Se siamo lavoratori in smartworking, perché non scegliere un agriturismo dove svolgere l’attività lavorativa con figli impegnati in qualche attività rurale?
Molti agriturismi hanno la fattoria didattica, dove i ragazzi possono vivere esperienze indimenticabili con gli animali e l’aperta campagna dove possono trascorrere il tempo mentre i genitori lavorano.
Senza andare troppo lontano, nelle nostre regioni o in quelle limitrofe, si nascondono piccole gemme e posti ancora troppo sconosciuti che hanno molto da offrire in termini di servizi e attività. Le strutture del nostro territorio si sono sicuramente organizzate con il wi fi, con le postazioni di lavoro all’esterno, con fotocopiatrice e scanner e con la possibilità di fare video call in riservatezza.

Smartworking

Cosa aspettate a organizzarvi? Stupiamo i nostri figli e andiamo via per qualche giorno. Farà bene a tutti! E se hai ancora dubbi per non viaggiare, leggi qui.
Avete già prenotato le vostre vacanze?

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A presto,

Francesca

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Cosa vedere con i bambini in Casentino: i castelli medievali

Chi conosce il Casentino?

Quando si parla di Toscana si pensa alla Maremma, alla Val d’Orcia, al Chianti o alle splendide isole. Ci sono però altri territori altrettanto magnifici e meno conosciuti. Uno di questi è il Casentino, una zona in provincia di Arezzo che confina con il Mugello, con la Romagna e con il Valdarno. Qui ci sono eremi, monasteri, borghi, pievi, parchi nazionali, montagne e castelli medievali.

Anche se durante il fine settimana tutti i monumenti erano chiusi al pubblico per l’emergenza Covid, abbiamo comunque deciso di fare un giro per castelli e, nonostante la pioggia e il freddo, si è rivelata una scelta azzeccata.

Perché visitare i castelli con i bambini?

In Casentino ci sono molti castelli medievali. Se avete bambini in età scolare, vi assicuro che i castelli sono sempre un’ottima scelta.

Sono posti magici in cui ambientare tante storie, avventure e battaglie! Provare a immaginare le battaglie del passato, le torri di guardia, le feritoie da cui scagliare le frecce e le grandi feste nei saloni decorati, le bandiere svolazzanti è un ottimo esercizio di creatività e fantasia.

I fantasmi, il ponte levatoio, i fossati pieni di insidie, le torri fortificate, le feritoie e la spada Durlindana saranno i compagni di avventura in questo tour!

E il Casentino ci è sembrato il territorio giusto per andare a scoprire cosa combinarono i Conti Guidi, una potente famiglia signorile che costruì borghi fortificati e castelli per dominare tutto il territorio. Noi abbiamo visitato ben 3 castelli!

Castello di Romena

Il primo castello che abbiamo visitato è quello di Romena nel comune di Pratovecchio (Ar). Venendo da Firenze, abbiamo guidato lungo la pittoresca strada della Consuma sommersa di neve e ghiaccio.

Quello di Romena è il castello che mi è piaciuto di più, anche se purtroppo abbiamo potuto vedere solo l’esterno perchè abbiamo sbagliato orario.

Posizionato su una collina con una vista quasi a 360° sulla valle del fiume Arno, questo castello ci ha emozionati fin da lontano. Ci siamo fermati mille volte per trovare lo scatto migliore. Abbiamo proseguito lentamente lungo la strada finchè abbiamo trovato uno splendido viale alberato di cipressi che consente di arrivare direttamente all’entrata. Osservare il castello da lontano e fermarsi a fare mille foto ha sempre il suo fascino. 

Castello di Romena

Questo castello è stato eretto dai Conti Guidi intorno al mille ed era il più fortificato tra le dimore dei Guidi con 14 torri e tre cinte murarie. Purtroppo oggi non è rimasto molto ma le tre grandi torri fortificate rendono particolare l’atmosfera. Pare che qui soggiornarono D’Annunzio e Dante che trovò ispirazione per i Canti della Divina Commedia. Qui si respira un’atmosfera affascinante e se non ci sono turisti, la sosta è una piacevole pausa di pace e riflessione,

Cosa fare con i bambini: percorrere a piedi il viale di accesso al castello contando tutti i cipressi; correre nel prato tra le due torri rimaste dentro il castello o giocare a nascondino nei pressi del castello!

Castello di Poppi

Il secondo castello che abbiamo visitato è quello di Poppi, un’eccellenza del Casentino costruito dai Conti Guidi nel XIII secolo e uno dei meglio conservati in Italia.

Si presenta con tutta la sua bellezza e austerità, simbolo di potenza e difesa del territorio soprattutto per la posizione in cui si trova.

È caratterizzato da una facciata a bifore, al centro della quale si stacca un’alta torre e l’insieme è circondato da mura di cinta con merli guelfi e da un ampio fossato. All’interno del cortile ci sono gli stemmi dei vicari fiorentini e una scalinata scenografica. Se siete qui con i bambini, visitate anche la biblioteca che contiene centinaia di manoscritti medievali.

Anche qui abitò Dante durante la prima fase del suo esilio (1302) nel periodo di appartenenza ai Conti Guidi di Romena.

Castello di Poppi

E’ ben visibile anche da molto distante ed ha una presenza scenica importante. Con il freddo e avvolto dalla nebbia, siamo riusciti a fotografarlo in tutto il suo misterioso splendore facendo un tuffo nel Medioevo.

All’interno del castello c’è un grande plastico che raffigura la celebre Battaglia di Campaldino, tra guelfi (Firenze) e ghibellini (Arezzo) che fu combattuta qui vicino ed è stata una delle pochissime battaglie campali di grosse dimensioni combattute in tutto il Medioevo nell’Italia centrale. 

Cosa fare con i bambini: contare gli stemmi nel cortile; correre nel fossato; contare i libri in biblioteca; giocare a nascondino nella piazza davanti al castello o salire sulla torre (104 scalini) per raggiungere la cella campanaria posta in cima alla torre del Castello. 

Consiglio goloso: se siete a Poppi andate a mangiare alla “Taverna del Castello” in Viale Vittorio Veneto 1. Il locale è molto bello, tutto in legno con un design davvero curato nei dettagli e tanto pulito. Abbiamo degustato un’ottima cucina tipica!

Castello di Porciano

L’ultimo castello è stato quello di Porciano, nel comune di Stia.

Arrivati al paese di Stia, abbiamo alzato gli occhi e visto un castello su un colle poco lontano. E’ il castello di Porciano un vero gioiello casentinese che siamo subito corsi a vedere! Ad oggi una proprietà privata, ma è possibile visitare il museo nella torre.

Appena parcheggiato in una comoda piazzetta e attraversato le stradine strette del piccolo borgo e siamo arrivati in uno spiazzo con un prato verde dove si staglia magnificamente, avvolta in parte da edera, la poderosa torre del castello. Anche questo è stato realizzato dai Conti Guidi nel XI secolo e la torre è stata restaurata alla perfezione.

Ci sono 3 piani di 80 metri quadrati l’uno: al piano terra c’è la raccolta di utensili ed attrezzi della cultura contadina; al primo piano ci sono i documenti della storia del castello e al secondo piano c’è uno spazio per convegni e incontri culturali e da dove si gode un superbo panorama sul Casentino. Il giardino ai piedi della torre è molto bello e curato.

Castello di Porciano

Il piccolo borgo è minuscolo, quasi disabitato e ben tenuto. Per questo è un luogo speciale: per l’atmosfera, per ciò che ci respiri, per ciò che ti trasmette.

A Porciano è stato creato un parco letterario che favorisce l’accoglienza delle persone organizzando visite guidate e cammini letterari con autori attraverso percorsi in un territorio pieno di tradizioni e bellezze.

Cosa fare con i bambini: perdersi nelle stradine acciottolate, giocare a nascondino nella piazzetta di fronte alla torre, provare a indovinare l’altezza della torre o sedersi sulle panchine per ammirare il panorama.

Avete qualche bel castello nella vostra regione? 

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A presto,

Francesca

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Musei per bambini: il museo di storia naturale di Firenze

Sono appassionata di musei per bambini e mi piace scegliere quelli giusti. Tempo fa avevo scritto alcuni consigli su come visitare i musei con i bambini divertendosi. Sono, infatti, convinta che quando viaggiamo con bambini al seguito, dobbiamo scegliere il museo giusto in base alla loro età, al loro limite di sopportazione, ai loro gusti e al meteo (è più facile visitare un museo se sta piovendo o se ci sono 40 gradi! Provato e testato da me). Se decidiamo di visitare musei che non coinvolgono i nostri ragazzi, la nostra visita diventerà una caccia alla via di uscita o alla prima sedia disponibile.

Abito a Firenze e per quanto sia piena di musei bellissimi, questa volta ho scelto il piccolo Museo di Storia Naturale, in Via Giorgio La Pira. Fondato nel 1775 dal Granduca Pietro Leopoldo, con i suoi 8 milioni di esemplari, è il più importante museo naturalistico italiano. E’ costituito da sei sezioni (Antropologia ed Etnologia, Botanica, Geologia e Paleontologia, Mineralogia e Litologia, Orto Botanico, Zoologia “La Specola”) e noi questa volta abbiamo visitato la sezione di Storia Naturale e Paleontologia.

Per chi si trova a Firenze ed è nei pressi di Piazza San Marco, dovrebbe fare un salto in questo piccolo museo, poco conosciuto e poco frequentato rispetto alle attrazioni più famose.

Siamo affascinati da scheletri e fossili e siamo andati perfino a Vienna a visitare il Museo di Storia Naturale per provare l’emozione di essere come nel film “Una notte al museo”. I boys, come tutti i bambini, sono attratti dalle ossa dei grandi mammiferi e visitare il Museo di storia naturale della nostra città è stata una scelta azzeccata.

Ma veniamo a noi. Il museo di Firenze ci ha accolto all’ingresso con un grande orso. Wow! Chissà cosa ci aspetta in questa visita!

Il museo è molto piccolo ed è gestito dall’Università di Firenze. E’ dedicato ai fossili di grandi mammiferi, di molluschi e di vegetali che illustrano la storia della paleontologia e sono preziosi testimoni del passato della Terra.

Nella prima sala abbiamo osservato reperti di straordinario valore scientifico e naturalistico. Qui il nostro interesse è andato sicuramente all’esposizione degli scheletri di grandi proboscidati: tra cui un mastodonte dalle lunghe zanne e di corporatura tozza, e un grande elefante adulto alto quattro metri.

Abbiamo conosciuto così il mastodonte Pippo e i mammut Marta, Linda e Pietro, veramente impressionanti. Pietro in particolare è alto 4 metri, ha uno scheletro completo ed essendo ben esposto al centro della sala, stupisce chiunque.

Abbiamo visto anche altri scheletri: di leone delle caverne, di leopardo, di tigre dai denti a sciabola vissuti milioni di anni fa in Toscana quando il suo territorio era una savana.

Sono esposti anche gli scheletri di sirenidi, grandi mammiferi acquatici, lontani parenti degli elefanti e progenitori dei Dugongidi e dei Lamantini ancora presenti nell’oceano Atlantico e in quello Indiano.

Mi è piaciuta molto anche l’esposizione dei fossili divisa per zona geografica di ritrovamento. La maggior parte illustra la fauna dell’Italia preistorica proveniente da raccolte granducali, contenente reperti di grande importanza ritrovati in Maremma, nel Valdarno e nella zona di Pisa che risalgono a epoche antiche come il Triassico, Mesozoico e Miocene.

C’è anche una raccolta di fossili ritrovati a Lyme Regis nel Dorset e subito la mia fantasia è volata alla “Cacciatrice di fossili”, libro che ho letto durante il lockdown e che consiglio ai ragazzi dai 12 anni (anche agli adulti!). La protagonista Mary Anning è stata una giovane donna che, grazie ai suoi ritrovamenti proprio a Lyme Regis e sulla Jurassic Coast, ha contribuito alla storia della paleontologia.

Un’intera sala è dedicata al cavallo che circa 55 milioni di anni fa aveva le dimensioni di un cane di media statura e aveva le zampe con 5 dita al posto degli zoccoli. L’allestimento permette di vedere e comprendere l’evoluzione avvenuta per questo splendido animale.

Infine si arriva alla sala della balena, molto più moderna e interattiva rispetto alle altre sale, in cui attraverso luci e suoni hanno ricreato il fondo marino dove è distesa la balena fossile lunga 10 metri. Questo imponente fossile di balena è stato rinvenuto proprio in Toscana, a Orciano Pisano solo nel 2007 ed è stato oggetto di numerosi studi e attività di restauro.

Questa sala ci è piaciuta un sacco! Il lungo scheletro è adagiato sul pavimento ed è illuminato da piccole luci, mentre sul soffitto sono proiettati pesci che nuotano.

Questa balena nuotava tre milioni di anni fa nel mare pliocenico che si estendeva in gran parte della Toscana. La sua decomposizione aveva creato un florido ecosistema attirando mammiferi, pesci e invertebrati di cui sono stati ritrovati i fossili di vari tipi.

Mi viene da sorridere al pensiero che questa balena sia stata scoperta solo nel 2007, per caso, a Orciano Pisano, in un campo coltivato, alla profondità di appena 50 cm.

Il mare pliocenico, in cui nuotava tre milioni di anni fa la balena, si estendeva per buona parte della Toscana e le argille grigio-azzurre di Orciano sono note da due secoli per il ricco materiale fossile, in gran parte già conservato nel museo di storia naturale. I paleontologi dell’Ateneo fiorentino hanno studiato e restaurato tutti i reperti fossili di animali che per lungo tempo hanno ricavato risorse energetiche dalla decomposizione della carcassa della balena.

Per questo, infatti, sono confluiti in questo museo i ritrovamenti dal territorio del granducato.

CONSIGLIO UNA VISITA AL MUSEO DI STORIA NATURALE DI FIRENZE PERCHE’:

  • Per vedere le espressioni dei vostri figli, alti poco più di un metro, di fronte a un gigantesco scheletro di mammut;
  • Per volare con la fantasia di fronte a quegli scheletri dalle forme bizzarre o a fossili di chissà quale animale;
  • Perché è un museo che andrebbe valorizzato e pubblicizzato maggiormente, e merita assolutamente una visita.
  • Perché il biglietto costa solo 6,50 euro per tutta la famiglia (2 adulti + 2 bambini.)

Siamo molto interessati ai fossili. Qualcuno sa indicarmi le zone dove poter scavare con i miei ragazzi e provare a scoprire qualcosa?

Avete da consigliare altri musei di storia naturale imperdibili per ragazzi?

A presto,

Francesca

 

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Musei sono luoghi di relax e ispirazione. E, soprattutto, sono luoghi di autenticità. Viviamo in un mondo di riproduzioni e gli oggetti nei musei sono reali. I musei sono un modo per allontanarsi dal sovraccarico della tecnologia digitale.
(Thomas P. Campbell)

Visita a Pistoia Sotterranea

Sono fiorentina e ho sempre snobbato Pistoia pur sapendo che ha tanto da offrire in termini artistici e naturalisti. Questa volta ho voluto visitare Pistoia sotterranea con i bambini, per mostrare che anche città considerate minori e fuori dai circuiti turistici più famosi hanno dei tesori da far conoscere e che non hanno niente da invidiare alle altre città della Toscana.

Ho spiegato ai bambini che avrebbero visto la città di Pistoia da un altro punto di vista. Invece che visitarla da sopra, l’avremmo vista da sotto. E loro mi hanno subito chiesto: ” Sarà come Narni sotterranea?”. Non so se sarà come Narni, ma sicuramente ci racconteranno cosa accadeva sotto questi palazzi e queste strade, lontano da tutto”.

L’accesso a Pistoia sotterranea (visitabile solo con visita guidata) è in Piazza Giovanni XXIII sotto il loggiato dell’Ospedale del Ceppo, dove sulla facciata sono raffigurate splendide maioliche. Peccato che la guida non abbia speso due parole per raccontarci lo splendido fregio con medaglioni realizzati in terracotta dipinta da Della Robbia.

La visita inizia dalla parte più insolita: il piccolo teatrino anatomico, molto originale per le decorazioni. Nel 1700 l’ospedale decise di creare una scuola di anatomia e in questa sala a forma di anfiteatro, si svolgevano le lezioni di anatomia fino alla fine del 1800. Gli studenti potevano eseguire le autopsie sul tavolo anatomico nel mezzo della sala sotto gli occhi del professore e degli studenti che non potevano essere più di 15. Pare che sia la sala anatomica più piccola del mondo e i bambini si sono divertiti a occupare posto negli spazi riservati agli studenti.

Tutti i ferri e gli strumenti utilizzati all’epoca sono esposti al Museo dei Ferri Chirurgici che si trova nel loggiato dell’Ospedale del Ceppo. Si tratta di un’esposizione di circa 270 attrezzi chirurgici per ortopedia, ostetricia e ginecologia.

Poi siamo scesi nei sotterranei, pronti per andare sotto terra!

A questo punto inizia la passeggiata nei sotterranei che passano per un tratto sotto il vecchio ospedale e si svolge lungo il corso del fiume Brana, in seguito ridotto a gora, dove tra gli argini hanno costruito ponti per poi sviluppare la città. Il percorso è di circa 650 metri e si articola sotto il vecchio ospedale. Mentre camminiamo, è possibile ammirare dei buchi sulle volte (chiamati butti) da dove i vari reparti dell’ospedale buttavano i rifiuti. Si possono vedere, infatti, dei pezzi di ampolle, brocche, piatti che erano dati ai pazienti dell’epoca. L’acqua del fiume, inquinata per i rifiuti ospedalieri, è stata la causa di tante epidemie della popolazione.

E’ stato piacevole camminare nel corridoio sotto una volta a mattoncini rossi, ascoltando la spiegazione della guida sulla storia e l’evoluzione dell’ospedale. I bambini si sono divertiti a guardare i pannelli esplicativi e i manichini raffiguranti i pellegrini che venivano per chiedere ospitalità all’ospedale.

Curiosità: esiste un legame tra Pistoia e Santiago di Compostela. Oltre a condividere il culto di San Jacopo (patrono della città toscana), entrambe le città sono mete di pellegrinaggi. Pistoia è divenuta meta dei pellegrini, che percorrendo la via Francigena, venivano per venerare il culto di San Jacopo. Da notare che sul fregio dell’Ospedale del Ceppo c’è anche una terracotta colorata dedicata ai pellegrini.

Nei sotterranei, abbiamo visto anche il frantoio usato all’epoca per la produzione di olio e medicine naturali, un pezzo di mulino battiferro, reperti storici, un ponte romano e gli antichi lavatoi che furono poi sostituiti solo il secolo scorso da nuovi in superficie. Sotto Via del Frantoio abbiamo visto parti di una ruota cinquecentesca di un mulino.

E’ stato come camminare nel ventre della città, senza fretta e con la possibilità di fermarsi a scattare fotografie con calma.

Pistoia Sotterranea: che cosa avrei voluto…

Il percorso nei sotterranei è stato troppo corto. Sarebbe stato bello continuare a scoprire altre cose.

Il prezzo del biglietto 10 euro a persona (30 euro per famiglia -2 adulti e 2 bambini sopra i 6 anni) è francamente troppo alto.

Se siete a Pistoia, mettete comunque in programma la visita ai sotterranei e al Museo dei Ferri Chirurgici con entrata proprio sotto il loggiato dell’Ospedale Del Ceppo, dove si trova la biglietteria di Pistoia Sotterranea.

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A presto,

Francesca

 

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Come insegnare l’inglese ai bambini

Come possiamo aiutare i nostri bambini a imparare l’inglese? Se amiamo viaggiare, è importante saperlo bene.

Durante il periodo forzato in casa a causa del lockdown, eravamo tutte prese dalla didattica a distanza con video lezioni, webinair, compiti da caricare sul registro elettronico e il nostro smart working. In quel periodo mi sono soffermata sull’apprendimento della lingua inglese dei nostri bambini.

Mi sono resa conto che i miei figli, all’epoca in seconda e quarta elementare, non conoscevano affatto la lingua, se non solo numeri o colori.

Ho allora pensato di sfruttare quel periodo d’isolamento per studiare la lingua in modo differente rispetto alla classica lezione in aula.

Ho chiesto consiglio alla Professoressa Ilyssa Wexler, insegnante di inglese presso la Canadian School of Florence e fondatrice di CoraggiosamenteNYC.

1) Professoressa Wexler, quali consigli può dare a noi genitori per aiutare i nostri figli a imparare l’inglese in questo periodo lontani dalla scuola?

  • Fare i compiti insieme

Innanzi tutto noi genitori dobbiamo dare il buon esempio. Dobbiamo per primi noi, avere un atteggiamento positivo verso l’apprendimento di questa lingua così difficile per noi. Facciamo i compiti con i nostri bambini. Se anche il nostro inglese non è perfetto, possiamo approfittare del loro momento di studio della lingua per sedersi accanto a nostro figlio e studiare con lui. Lui avrà il suo libro e la sua scheda e noi avremo il nostro seminario/video lezione/app e staremo accanto a studiare.

  • Giocare in inglese

I bambini hanno facilità di apprendimento. Meglio se utilizziamo il gioco per pronunciare qualche parola in inglese. Diamo ai nostri bambini dei giochi in inglese, come ad esempio il memory, carte varie o labirinti e loro sperimenteranno, facendo errori e inventandosi regole, su come procedere il gioco e familiarizzando con termini nuovi.

Io ho comprato ai miei boys le Minecraft Cards Game con istruzioni solo in inglese. Abbiamo avuto abbastanza difficoltà a comprenderle (e ancora non le abbiamo capite!). Alla fine, usando i termini in inglese in modo corretto (spada, piccone, ascia, pala e la zappa) si sono inventati le regole e vanno avanti con quelle.

Sempre rimanendo in casa, si possono fare travestimenti e nominare i singoli indumenti, si può giocare a nascondino, si possono prendere i vari alimenti e chiamarli con il termine inglese.

Diamo libero sfogo alla fantasia!

  • Usare la creatività

Poiché i bambini sono a casa con tanto tempo a disposizione, la Professoressa Wexler mi ha suggerito di sperimentare qualche lavoretto inserendo alcune parole d’inglese. I bambini adorano ritagliare, incollare, colorare, usare adesivi e cucinare. Proviamo a farlo in inglese. Niente panico!

Durante le fasi della preparazione possiamo provare a pronunciare qualche frase di uso comune che non si riferiscono all’insegnamento della lingua ma a quello che stiamo facendo.

Proviamo dunque con frasi legate a quello che state facendo al momento:

Puoi passarmi la colla? ‘Could you pass me the glue, please?’;

Grazie ‘Thank you’

Perchè non fai un disegno? ‘Why don’t you paint a picture?’

‘Mi puoi aiutare a pulire? Can you help me clean up?’

Queste semplici frasi potrebbero aiutare i bambini a “staccarsi” dai metodi usuali di apprendimento (spiegazione della maestra, lettura sulla lavagna, esercizi sul libro o quaderno, etc.).

Se noi genitori non conosciamo la lingua inglese, possiamo ascoltare gli audio o ricette scritte che ripetiamo mentre stiamo preparando insieme i biscotti!

Troviamo tanti video su youtube in inglese sulla preparazione di torte; e se anche non comprendiamo la lingua, le immagini ci aiutano e i bambini ascolteranno parole di uso quotidiano.

 

  • Cartoni animati

In televisione c’è una grande varietà di cartoni animati in inglese.

Io ho scelto quelli su rayplay dove sono divisi in base al livello di conoscenza della lingua.

Ho dato ai miei figli un foglio, dove appuntare le parole nuove che ascoltano durante gli episodi della serie Fumbleland (ma ci sono anche Peppa Pig, Small Potatoes, Twirlywoos, Dixi’s Simply Songs, Christmas tales from America e molti altri).

2) Professoressa Wexler, esistono risorse gratuite sul web, dove trovare esercizi in inglese?

Ci sono molti siti che offrono schede didattiche e materiale molto utili suddiviso per età e classe.

Suggerisco di guardare il sito della New York Public Library che ha redatto un elenco di dove trovare sul web risorse gratuite per i nostri figli .

Io mi trovo bene anche con Internet Second Language Collective, una comunità d’insegnanti di inglese che mette a disposizione tantissime schede didattiche, video lezioni ed esercizi divisi per livello.

3) Esiste una routine per aiutare i bambini a familiarizzare con l’inglese?

Secondo la Professoressa Wexler, 10-15 minuti il giorno concentrati sull’apprendimento della lingua inglese senza distrazioni possono essere sufficienti e alla lunga si possono vedere buoni risultati.

Lo so che l’inglese adesso è all’ultimo dei nostri pensieri. Dobbiamo lavorare anche noi, seguire i figli con la didattica a distanza e se abbiamo un minuto libero lo dedichiamo a noi stesse e al nostro benessere. Cerchiamo di ritagliare 20 minuti al giorno anche per la lingua inglese e i nostri bambini ci ringrazieranno domani.

Have a nice day,

Se ti è piaciuto questo articolo e pensi possa essere a qualcuno, condividilo con i tuoi amici.

A presto,

Francesca

 

 

10 avventure da vivere in casa con i bambini

Alzi la mano chi non ha fatto neppure un lavoretto con i bambini nel periodo di isolamento per l’emergenza sanitaria da Covid? IO

Sapete che sono una mamma imperfetta, molto pigra e ammetto che mi approfitto di avere due figli maschi quasi gemelli che si autogestiscono nel momento del gioco.

In passato avevo forse un po’ di manualità, ma adesso l’idea di lavorare il pongo, tirare fuori le tempere o le matite, forbici e colla non mi attraggono per niente. Per fortuna loro non mi hanno chiesto di fare nulla. Ogni tanto viene fuori la colla a caldo che serve per incollare qualche ruota o pezzo di lego.

Siamo uomini e preferiamo l’avventura!

Ma come possiamo vivere fantastiche avventure in casa? Avventure che ci aiutano a sopravvivere in casa quando non possiamo uscire?

Noi abbiamo per fortuna scoperto un sacco di cose divertenti da fare che NON richiedono manualità e sono adatte a bambini e adulti.

Si tratta di avventure che i bambini (e gli adulti) apprezzeranno molto.

Eccole nel dettaglio:

1.corsa a ostacoli

Avete letto bene. Sia in casa sia in terrazza potete organizzare una corsa ad ostacoli. Se avete un giardino, viene ancora meglio. Basta prendere oggetti di uso quotidiano, come libri, portapenne, giochi che saranno gli ostacoli da superare e aggirare. Una sedia o tavolino saranno il tunnel da passarci sotto; una corda o un pezzo di filo serviranno per fare i salti. Infine  un pezzo di scotch lungo il pavimento servirà per simulare la corda del trapezista. I bambini devono camminare sopra senza perdere l’equilibrio.

Chi sbaglia inizia il percorso dall’inizio. Vince chi impiega il minor tempo possibile (cronometro alla mano). Per la gioia dei nostri condomini i bambini lo fanno diverse volte il giorno!

2.mimetismo

I bambini amano il mimetismo. Sono veri appassionati. A loro piace nascondere animali di Lego o Playmobil in zone della casa, nascondendoli e mimetizzandoli a oggetti di uso quotidiano. Noi grandi dobbiamo scovarli.

3.birdwatching challenge

Il boy grande (quasi 10 anni) si è accordato con un compagno di classe per una vera challenge di birdwatching. Essendo un grande amante di quest’attività, deve vedere quanti più uccelli riesce a osservare dal balcone di casa!

Devono essere veloci a scattare con la macchina fotografica e provare a riconoscerli. Vince chi ha visto più esemplari nell’arco della settimana.

4.pic nic in terrazza

I bambini preparano i panini, sandwich, piatti freddi e apparecchiano in terrazza sul pavimento. Se non avete la terrazza, va benissimo anche il salotto o la cucina. La cosa importante è mangiare sul pavimento, facendo finta che il pavimento sia il prato. Se abbiamo una tovaglia fiorita, ancora meglio.

I bambini apparecchiano e tutti insieme, seduti per terra, pranziamo immaginando di essere in aperta campagna circondati da fiori. Possiamo mettere la musica degli uccellini o dell’acqua del ruscello. Dopo il pic nic tutti devono aiutare a rimettere!

5.campeggio

Questa esperienza piacerà moltissimo ai bambini. Avete il sacco a pelo? In caso contrario va bene anche il materassino di gomma del mare. Avete la tenda a igloo? Basterà montarlo in salotto o in cameretta (senza il telo esterno).

Se non avete alcuna tenda, basta prendere un lenzuolo matrimoniale e attaccare gli angoli a qualche chiodo o scaffale in cameretta. Avete l’albero di Natale giusto? Avrete sicuramente anche le lucine! Prendetele e mettetele dentro la tenda o sotto il lenzuolo.

Si creerà un’atmosfera speciale. Scaricate poi qualche applicazione gratuita sul cielo stellato (ad esempio Star Walk 2 gratuito) e la magia è assicurata.

6.safari

Mettiamoci seduti sul divano e armiamoci di pazienza. Andiamo in Kenya, nella zona est dello Tsavo National Park. Qui nella contea di Taita-Taveta c’è una webcam che invia immagini in diretta. Se siamo fortunati, riusciamo a vedere qualche animale avvicinarsi alle pozze d’acqua.

E poiché abbiamo tanto tempo a disposizione (#iorestoacasa), mettiamoci seduti e aspettiamo l’arrivo di qualche elefante, impala, zebra, giraffa, gazzella o ippopotamo. Facciamo silenzio. Questi animali non sono abituati al nostro casino!

 

7.lego challenge

Noi siamo amanti del Lego e penso che in casa ne abbiamo in quantità industriale. Siamo passati dal Lego Duplo, al City, al Technics, superoi, Ninjago, starwars, Minecraft, Harry Potter.

La sfida consiste in consegnare a ogni giocatore lo stesso numero di mattoncini e/o parti per realizzare l’oggetto più originale. Senza limiti di tempo né di fantasia.

 

8.cinema di famiglia

Ogni settimana guardiamo un film tutti insieme trasformando il salotto in una vera e propria sala di un cinema con pop corn e patatine. Il titolo del film è deciso a turno, scegliendo tra le varie opzioni adatte a tutta la famiglia. Noi al momento scegliamo la serie “Una notte al Museo” oppure “Indiana Jones” oppure “Mamma ho perso l’aereo”.

Avete titoli da consigliare per bambini dagli 8 anni in su?

 

9.aurora boreale

Siete amanti dei paesaggi nordici? Avete mai visto l’Aurora Boreale? Mettiamoci comodi sul divano e guardiamo qui.

Siamo nella Lapponia Svedese e partiamo dall’ Icehotel presso l’Abisko National Park. Attraversiamo il Lake Tornetrask attraverso il bosco su una slitta trainata dalle renne, passeremo da una struttura di legno dei Sami e finalmente vedremo danzare l’Aurora sopra le teste.

Alla fine andrò con i miei occhi a vedere quel fascio di luce verde che mi aspetta da tanto tempo!

10.torneo di famiglia

Ok, non si tratta proprio di un’avventura ma di una sfida in famiglia. Sono amante delle carte da gioco. Soprattutto adoro giocare a Machiavelli dove ogni giocatore deve ingegnarsi per terminare tutte le carte in mano senza scarti. I bambini però preferiscono giocare a “Briscola” in coppie (a me non piace). Visto che io adoro i giochi in scatola, giochiamo a Cluedo. Trasformandoci tutti investigatori a scoperta dell’assassino, dell’arma del delitto e del luogo dove si è svolto il crimine.

Avete altre avventure da suggerire?

Siamo proprio curiosi di provarne altre.

A presto,

Francesca

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7 consigli per sopravvivere in casa con i bambini

Giochi per bambini dai 7 anni

La vita è un’avventura da vivere, non un problema da risolvere (John Keats).

7 consigli per sopravvivere in casa con i bambini

Ripenso spesso al lockdown che ci costrinse in casa per molto tempo. Abbiamo vissuto tutti un momento storico difficile che ricordo con ansia e paura. Ho riscoperto però il piacere di casa e sono perfino sopravvissuta in una piccola casa con i bambini

Oltre a sfruttare quel periodo per riorganizzare al meglio i miei pensieri e le abitudini di famiglia, io e mio marito ci siamo abbastanza ingegnati per far trascorrere le giornate in modo divertente.

Rimanere in casa per settimane senza mai uscire è stato stressante per tutti, bambini compresi.

Come sopravvivere con i bambini in casa 24 ore al giorno?

Oltre a lavorare in smart working, noi mamme abbiamo avuto anche il compito di seguire i bambini con le lezioni di scuola e i compiti da svolgere.

Abbiamo pensato al loro disagio, alle loro paure e al cambiamento drastico di vita avvenuto senza preavviso. E questi sono i consigli su come sopravvivere con i bambini in casa e riorganizzare le abitudini di famiglia. Credo siano utili a tutti i genitori (escluso il n. 7!).

  1. PREPARARE UNA ROUTINE QUOTIDIANA

Abbiamo ricordato ai bambini che durante l’emergenza da Covid non eravamo in vacanza. Abbiamo parlato con i ragazzi, dandoli responsabilità sulla necessità di studiare a casa, visto il lungo periodo d’isolamento sociale.

Le cose da fare sono state: seguire il programma di scuola, fare i compiti e inviarli ai maestri. L’anno scolastico ddoveva continuare, almeno in parte.

Per fare in modo che l’anarchia non prendesse il sopravvento, avevo creato una routine quotidiana simile a quella della scuola, che ho poi attaccato in cucina in modo che fosse visibile a tutti.

Pic nic in casa

  1. COINVOLGIMENTO NELLA PROGRAMMAZIONE DELLA GIORNATA

I miei boys volevano essere coinvolti nella programmazione degli impegni quotidiani. Per “impegni” intendo gli orari dei compiti, dello svago, della socialità e perfino sul menù. Il programma giornaliero attaccato in cucina non è sufficiente.

Sono molto interessati al menù del giorno (ci piace mangiare!). O meglio, poiché non sono capace di cucinare pur essendo una mangiona, ho preso il menu della scuola, ho fatto MOLTE modifiche e l’ho appeso in cucina in modo che loro possono consultarlo per sapere cosa è previsto per pranzo e cena. Poi abbiamo discusso sulle attività, sugli orari e sulla durata dei loro svaghi (tv, tablet etc.). Loro hanno fatto le loro proposte, io ho variato qualcosa.

Decidiamo poi i momenti sociali di famiglia: il gioco da fare tutti insieme (carte o gioco in scatola), quando fare la cena etnica settimanale, quando la serata dell’’aperitivo di famiglia e quando il cinema di famiglia.

Loro si sentono molto coinvolti ed io sono contenta.

  1. PREPARARE UNO SPAZIO DEDICATO

Quest’aspetto può non sembrare importante ma per me è fondamentale. Ho avuto la necessità di creare un’area della casa dove i bambini potessero studiare e stare tranquilli.

Noi 4 abitiamo in un piccolo appartamento e, quando siamo tutti e 4 in casa, è sorta la necessità di trovare uno spazio per ciascuno dove non ci fossero rumori né distrazioni. Avendo due figli alle scuole elementari che devono seguire la didattica a distanza, li ho naturalmente divisi in due stanze separate creando due aree di lavoro ben illuminate e tranquille.

Ogni bambino ha il suo personale modo e tempo di apprendimento per cui è importante che non sia disturbato né distratto, soprattutto dal fratello. Ho provato a farli utilizzare la stessa scrivania ma i contenuti didattici sono differenti, i metodi pure (uno ha audio lezioni, uno ha solo video) e litigavano anche per i libri o quaderni.

Io e mio marito ci dividiamo in modo che entrambi i bambini possono essere seguiti. Loro hanno la massima libertà nella scelta dello spazio per studiare: un giorno possono stare in terrazza, l’altro in camera oppure in salotto (poi basta perché la casa è finita!).

  1. MOMENTI DI SOCIALITA’

I bambini hanno bisogno di sentire i loro amici. Per questo, facciamo fare video chiamate via skype o whatsup per vedere i volti dei loro amici con cui possano chiacchierare. Spesso si scambiano i titoli di film che hanno visto o giochi che hanno fatto. Anche per quest’attività ho stabilito un tempo limitato.

Non voglio essere troppo permissiva perché, poiché i bambini torneranno a scuola a settembre (è il mio pensiero ovviamente), devono avere degli orari ben stabiliti altrimenti tornare indietro sarebbe molto difficile.

  1. UTILIZZO TV E TABLET

Sono sempre stata contraria alla tecnologia e in questi anni mi sono sempre attivata per spingere i ragazzi a leggere un buon libro piuttosto che piazzarsi davanti alla tv a vedere un cartone animato. Ultimamente però hanno piacere di vedere serie tv o film da “ragazzi”.

Abbiamo allora concesso di vedere 1 ora di tv dopo pranzo e 1 ora dopo cena. In alternativa alla tv possono utilizzare il tablet per fare dei giochi.

Ovviamente loro vorrebbero giocare molto più tempo ma credo che il tempo concesso sia più che sufficiente nell’arco delle 24 ore.

  1. COMPITI

Nel momento in cui la scuola ha attivato la didattica a distanza, il primo pensiero è capire i dispositivi a disposizione, poiché sia io che mio marito lavoriamo in smart working. Io lavoro sul mio pc portatile, mio marito sul suo tablet, il big boy sul pc fisso e il piccolo aspetta un dispositivo libero!

Ammetto che a me piace la didattica a distanza. Le lezioni sono ben fatte, le scadenze sono ben calendarizzate e l’invio dei compiti sul registro elettronico è abbastanza intuitivo e semplice. Ovviamente nel mio caso tutta quest’attività è da moltiplicare per 2.

A casa poi non ci sono distrazioni né compagni che chiamano. Noi possiamo seguirli accanto a loro senza intervenire né correggerli. Preferisco che sbagliano da soli. I maestri, tramite il registro elettronico, correggono i compiti.

  1. BERE UN BICCHIERE DI PROSECCO

Questa è la regola fondamentale. Ogni sera alle 19 io e mio marito ci davamo appuntamento in terrazza con un calice di prosecco e ci raccontavamo la giornata nei nostri 70 metri quadrati. E’ stato un momento carino, che siamo riusciti a mantenere anche dopo il Covid.

Mojito da asporto

Volevamo che fosse un momento solo nostro. E’ stato un piccolo lusso riuscire a stare tranquilli 10 minuti e raccontarsi un po’ le nostre emozioni di quello strano periodo nel nostro angolino.

Sono stupita da me stessa. Dopo l’iniziale periodo di pessimismo cosmico dei primi giorni di marzo 2020, mi sono poi imposta di ricavarmi almeno 2 ore al giorno per me. Che fosse per fare yoga (l’avevo appena scoperto), che fosse per scrivere per il blog o per una videochiamata, sono riuscita a ricavarmi questo bell’intervallo tutto per me. Grande!

E voi che cosa avete combinato in quel periodo?

Come è andata con i vostri bambini?

A presto,

Francesca

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Al Mulino Bianco con i bambini

Se anche voi come me eravate innamorati di tutte le sorprese nelle merendine del Mulino Bianco negli anni 80 e 90 dovete per forza venire con me all’agriturismo che divenne il famoso Mulino Bianco dal 1990 al  1995.

Se anche voi come me avete vissuto il tormentone: “ Se ho un desiderio? Mi piacerebbe vivere in una casa nel verde” ripetuto nel famoso spot della Barilla, prima dal babbo che faceva il giornalista, dai bambini Andrea e Linda, poi dal nonno che non riusciva ad attraversare la strada per il traffico e infine dalla mamma che faceva l’insegnante, dovete assolutamente continuare a leggere.

Il casolare che divenne il Mulino Bianco si trova in Toscana ed io ho voluto portare i miei bambini. Si trova in provincia di Siena nel comune di Chiusdino e oggi si chiama Mulino delle Pile, un edificio costruito nei primi anni del 1200 per la macinatura del grano e la sodatura dei panni (una sorta d’infeltrimento che dava alle stoffe maggiore consistenza) e che deriva il suo nome da recipienti di pietra, denominati “pile”.

Mulino Bianco a Chiusdino (SI)

Che bello arrivare lì. I boys non potevano capire!

Cosa ne sanno loro del tegolino, delle gommine che riproducevano merendine in miniatura, della radio sveglia, del fornetto scaldabriosche e di tutte le altre sorpresine con il logo del Mulino? Che nostalgia!

Appena si arriva all’Agriturismo, pensiamo subito: è davvero il Mulino Bianco! Quello dove il mattino si riuniva tutta la famiglia felice per fare colazione insieme con tante cose buone e genuine.

Siamo riusciti a visitarlo anche dentro. Il mulino è bellissimo e tenuto veramente bene, grazie alle opere di restauro realizzate con i proventi del fortunato spot. La torre è antichissima ed è una meraviglia. Ci ha sicuramente colpito la stanzetta, dove Tornatore girò la prima pubblicità. La proprietaria ci ha spiegato che la Barilla aveva l’esigenza di trovare un mulino vero per il marchio del Mulino Bianco inventato nel 1977.

Fu così trovato quel casolare in mezzo al verde che era in pessime condizioni, non era bianco e non aveva la ruota. Fu allora ricoperto di cartongesso per farlo diventare bianco. E dal 1990 al 1995 è diventato il Mulino Bianco con la famiglia felice a mangiare tutte le prelibatezze.

Dal 2000 è diventato un Agriturismo e noi siamo venuti a pernottare per vedere quei bellissimi prati verdi che spaziano per 12 ettari, le anatre che gironzolano intorno all’edificio (come all’inizio del famoso spot!) e il fiume che percorre tutto l’agriturismo. L’attrazione principale è la grande ruota che gira ancora, con tutte le papere che nuotano sotto. C’è anche una piscina molto carina, dove poter fare il bagno e rinfrescarsi.

Venire qua è veramente un ritorno alla natura. Abbiamo staccato dal mondo esterno per rilassarsi e per respirare un po’ quel messaggio rassicurante che la Barilla aveva voluto trasmetter negli anni ’90 usando quella campagna, tutto quel verde, il mangiar sano, la famiglia unita e felice e il mulino bianco e candido.

Aggiornamento 2021: l’ex Mulino Bianco non è più un agriturismo. Il casolare è in vendita

E voi avete visitato posti che sono stati set di film o spot? Fatemi sapere perchè sono curiosa!

A presto,

Francesca

 

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(Voltaire)

 

Cosa vedere a Vienna con bambini

Per rendere la nostra fuga a Vienna di pochi giorni ancora più avventurosa abbiamo deciso di raggiungerla in treno. Con una comoda cuccetta notturna siamo partiti da Firenze per arrivare a Vienna la mattina successiva. I bambini sono stati felicissimi di questa scelta. Poter dormire su un letto a castello, poter salire e scendere la scaletta un milione di volte, poter abbassare le tendine del vetro all’infinito, poter correre nel corridoio del treno felici come matti, e soprattutto poter fare la colazione sul vassoio la mattina successiva è stata un’esperienza che ricordiamo ancora con allegria e che i boys vorrebbero ripetere al più presto (noi un po’ meno!).

Viaggiare in treno con i bambini si è rivelata una scelta ottimale per vari motivi:

  • Nessuno ha dovuto guidare
  • Abbiamo eliminato il problema del traffico e della neve (viaggiando in inverno)
  • Nessun problema di parcheggio una volta arrivati a Vienna

Noi abbiamo viaggiato con le ferrovie OBB e per una cuccetta esclusiva per la nostra famiglia abbiamo speso 400 euro andata e ritorno a Vienna per due adulti e due bambini. Ci è sembrato un buon prezzo!

Appena arrivati alla stazione di Wien Hauptbahnhof, abbiamo subito avuto l’impressione di una città efficiente e sicura. Facile muoversi, facile mangiare, facile visitare i musei. Almeno questa è la nostra impressione che si è confermata durante i nostri tre giorni nella splendida capitale austriaca.

Che cosa vedere a Vienna con bambini?

Questa volta abbiamo voluto vedere ciò che potesse piacere ai nostri boys e che consigliamo a bambini di ogni età.

Naturhustorisches museum

Questo imponente museo si trova nel bellissimo edificio di Maria Theresien Platz. Pare sia uno dei musei di scienze naturali più belli al mondo e noi possiamo solo confermarlo. Abbiamo potuto osservare una vasta collezione di minerali, fossili e pietre preziose disposti in più sale. La sala dei meteoriti è una delle più antiche del mondo e si può osservare anche un esemplare proveniente da Marte. C’è anche una sala, dove è spiegata la formazione della terra con video a disposizione. Per rendere i bambini più partecipi, ci sono molte sale con giochi interattivi sulla genesi della Terra, sulle prime forme di vita e sulle cellule.

Il museo di storia naturale di Vienna

La sala con le ossa di dinosauro e gli scheletri sono le più emozionanti del museo. Lo scheletro gigante del Brontosauro sembra riportarci al film Una notte al Museo e sembrava che tutto a un tratto gli animali iniziassero a correre e saltare. Incredibile! Consigliamo questo museo a tutti

Zoom museum

Se vieni a Vienna con bambini, devi assolutamente visitare lo Zoom. Più che un museo, si tratta di uno spazio didattico per bambini dagli 8 mesi ai 14 anni.  A noi è piaciuto molto perché non è un museo tradizionale. E’ un posto magico, dove i bambini possono toccare, esplorare, sperimentare con tutti i loro sensi, fare domande e partecipare attivamente.

Lo spazio dello Zoom è suddiviso in 3 aree:

Zoom Ocean: per bambini da 8 mesi a 6 anni. E’ uno spazio gioco costruito secondo il tema dell’oceano con zone morbide, scivoli, un vascello e un sottomarino dove giocare liberamente. Qui i più piccoli sono liberi di esplorare una grotta d’acqua e una barriera corallina. Sul ponte della nave i bambini diventano l’equipaggio e possono creare le loro storie e giochi.

Zoom Studio è uno spazio ancora più creativo. In quest’area, i bambini da 3 a 12 anni lavorano con gli artisti per progettare, dipingere e costruire i propri capolavori. È un paradiso per arti e mestieri, dove si possono sperimentare varie tecniche per colorare, spruzzare, modellare e dipingere.

Noi siamo riusciti a iscriversi allo Zoom Studio e quel giorno era previsto un laboratorio di costruzioni di legno e grazie all’educatore che ci traduceva tutto in inglese, siamo riusciti a costruire due barche dei pirati con vela e galleggianti. I boys hanno potuto scegliere i materiali ben sistemati in grandi contenitori ordinati, tagliare il legno con i vari attrezzi, utilizzare la colla a caldo, vari martelli, taglierine e tanti altri strumenti per il fai da te. Al termine del laboratorio ogni bambino ha rimesso in ordine tutti gli attrezzi, materiali e cose non utilizzate, pulito il banco da lavoro e la postazione. Ogni pezzo di legno, polistirolo, plastica, cartoncino doveva essere rimesso nel suo recipiente per futuri utilizzi. Mi piace questa idea di recuperare qualsiasi cosa e dare responsabilità i bambini a lasciare in ordine per i laboratori successivi. Tutte le barche costruite sono state messe nella vasca d’acqua per verificare che riuscissero a galleggiare! Le nostre galleggiavano in modo traballante.

Zoom Animated Film Studio per bambini dagli 8 ai 14 anni: qui i ragazzi si trasformano in registi e possono addirittura ricreare i cartoni animati dentro un laboratorio multimediale con suoni in 3D.

Zoom Exhibition: questo spazio è dedicato ai bambini dai 6 ai 12 anni, dove possono sperimentare l’arte e cultura, rispondere alle grandi domande attraverso giochi, travestimenti, illusioni ottiche.

I boys erano entusiasti e ovviamente sarebbero voluti rimanere lì a fare altri laboratori. Qui hanno potuto scatenare tutta la loro fantasia e noi avere un po’ di riposo.

Lo Zoom è un museo a pagamento e conviene prenotare in anticipo (anche via internet) la propria visita.

Reggia di Schonbrunn

La prima cosa da vedere a Vienna con i bambini è senza dubbio Schombrunn. Costruito nel 17mo secolo, questo splendido palazzo è’ stato la residenza estiva della Famiglia d’Asburgo dal 1696 al 1918. Abbiamo dedicato un giorno intero a questa magnifica reggia che tanto ci ha ricordato Versailles e la consigliamo a famiglie con bambini di ogni età.

Consiglio di acquistare i biglietti on line perché ci sono sempre lunghe file. Noi non l’abbiamo fatto e abbiamo aspettato più di un’ora prima di raggiungere la biglietteria.

Abbiamo preso le audio-guide per visitare circa 40 stanze del Palazzo (in totale sono 1441!), Cerchiamo sempre di non prenderle perché temiamo che tutte quelle lunghe descrizioni e i dettagli dei vari oggetti possano annoiare i boys. Ma questa volta loro hanno insistito per averla. All’inizio erano entusiasti di vedere tutto quelle stanze enormi, sfarzosamente arredate, gli appartamenti imperiali con tutti gli arredi, i grandi lampadari e le porcellane. E’ facile rivedere la Principessa Sissi e Francesco Giuseppe durante le feste nel grandioso salone dei ricevimenti illuminato da due lampadari immensi. Dopo poco però, i boys hanno iniziato a stancarsi e per fortuna eravamo arrivati in fondo. Un palazzo meraviglioso!

Reggia di Schonbrunn con bambini

All’interno della Reggia, consiglio la visita del Museo dei Bambini www.kaiserkinder.at dove è possibile travestirsi con i costumi del 18mo secolo facendo finta di essere imperatore o imperatrice, poter  indossare buffe parrucche, cappelli e tutti gli accessori dell’epoca. Ma il nostro interesse era tutto per l’esterno della Reggia!

Come il palazzo è sfarzoso, elegante così il gigantesco parco è un insieme di giochi d’acqua, marmi, giochi di luce, vialetti, fontane e statue. Abbiamo deciso allora di passeggiare in questo splendido giardino per osservare la Voliera, la Casa delle Palme, l’Orangerie. Che posto splendido!

Dietro la maestosa fontana del Nettuno, abbiamo percorso la strada che porta alla Gloriette, una collina davanti alla Reggia da dove si può ammirare il palazzo in tutta la sua grandezza e splendore. Consiglio assolutamente questa passeggiata.

La parte del giardino che è piaciuta di più ai boys è stata senza dubbio il labirinto, che dopo tanti anni di abbandono è stato riaperto nel 1999. In realtà ce ne sono due e l’ingresso è a pagamento (5,50 euro), se non previsto dal biglietto acquistato per vedere la Reggia. Il labirinto copre una superficie di 2700 mq. Il labirinto ci incuriosisce parecchio. I boys li adorano. Sono impazienti di arrivare in fondo prima possibile. Questa volta abbiamo spiegato che si trattava di un labirinto molto grande. Ci avrebbe fatto paura? Avremmo perso i nostri punti di riferimento? Appena entrati, i boys sono impazziti: hanno iniziato a correre, ridere e a perdersi! Al termine del labirinto c’erano anche dei giochi per i bambini: una fontana interattiva, delle piastrelle da suonare con i piedi e degli specchi deformanti. Davvero carino

Accanto al labirinto c’è il fantastico parco giochi Labyrinthikon che consiglio. C’è un caleidoscopio, una macchina volante a forma di aquila, giochi di legno, spazio con la sabbia e altri giochi che li hanno appassionati e intrattenuti a lungo. Questo parco ha ingresso libero per cui ci offre la possibilità di poter stare tante ore. Noi abbiamo fatto il nostro immancabile pic nic e i bambini hanno giocato tutto il tempo nella bellissima area giochi accanto al labirinto.

E per chi avesse bisogno di altre informazioni o chiedere qualcosa, contattatemi senza problemi. Risponderò molto volentieri!

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A presto,

Francesca