La cacciatrice di fossili: una giovane donna che ha contribuito alla storia della scienza

Oggi vi porto nel Sud dell’Inghilterra, lungo la Jurassic Coast. La conoscete?

Autore: Annalisa Strada

Titolo: La cacciatrice di fossili

All’inizio del 1800 Mary Anning è una bambina di umili origini che vive sulla costa inglese del Dorset, e trascorre il tempo insieme al padre, povero falegname, a cercare i fossili lungo le scogliere. Mary si appassiona subito alla ricerca di queste strane pietre e, pur non avendo alcuna istruzione in campo scientifico o geologico, trascorse gli anni a cercare, estrarre e identificare i fossili che poi vendeva ai turisti per aiutare la famiglia in difficoltà.

Nonostante fosse molto pericoloso Mary continuava a scavare alla base delle scogliere instabili che durante l’inverno riportavano alla luce parecchie pietre. Con la stagione piovosa, le frane e smottamenti insieme alle maree, regalavano a Mary resti preistorici celati per millenni dentro le rocce, che lei puliva, studiava per giorni annotando tutti i dettagli e provando a disegnarli. La sua bravura nel ricostruire gli scheletri, l’ha resa famosa.

Nel 1811 scoprì il cranio di un ittiosauro e successivamente lo scheletro di 5 metri di lunghezza.  Questo importante reperto fu venduto a un aristocratico locale e in seguito al British Museum senza fare alcun riferimento alla scoperta di Mary.

Purtroppo nella società di allora, alle donne non era consentito votare né partecipare alle associazioni culturali o scientifiche. Tutti ignoravano la bravura di Mary che non aveva solo la tenacia di scavare e intuire la presenza di qualche reperto tra le tante rocce, ma acquisì una grande cultura scientifica di anatomia di rettili e pesci coltivata negli anni con letture di articoli scientifici. Lei era in grado di disegnare le sagome di rettili grazie alle conoscenze acquisite nel corso degli anni, dimostrando una grande cultura in ambito paleontologico.

Nel 1820 Mary trovo’ lo scheletro di plesiosauro e 1828 scopre un pterosauro. Riuscì così ad attirare l’attenzione d’importanti istituzioni scientifiche londinesi, ma Mary era una donna, poco istruita, senza un marito e non ottenne mai riconoscimenti importanti. Solo dopo la sua morte, avvenuta all’età di 47 anni, finalmente fu riconosciuto il suo grande contributo alla paleontologia. Mary stava per «insegnare qualcosa a scienziati che stavano segnando il corso della storia». Solo dieci anni fa Mary Anning è stata annoverata come una delle dieci donne inglesi che hanno contribuito alla storia della scienza.

COSA MI E’ PIACIUTO

  • Mi è piaciuta la protagonista che, disinteressandosi dei pettegolezzi del villaggio per essere ancora senza marito, continua a coltivare la sua passione, trascorrendo tutto il suo tempo tra le scogliere sotto casa cercando di intuire dove scavare.
  • Con il suo tenace lavoro ha contribuito in modo decisivo a ricostruire la vita nei mari preistorici e scoprì alcuni dei più importanti dinosauri. La storia e la scienza dovrebbero ringraziarla.
  • Mary fu molto caparbia nel leggere articoli di giornali scientifici, documentarsi e farsi una cultura di geologia e paleontologia.

CURIOSITA’

A 15 mesi Mary, mentre era in braccio a una donna, si riparò sotto un albero che fu colpito da un fulmine. Lei fu l’unica a sopravvivere tra un gruppetto di donne.

LO CONSIGLIO PERCHE’

E’ un’appassionante lettura che racconta la vita di una studentessa autodidatta che, prima bambina, poi ragazza, poi donna ha delle intuizioni straordinarie nonostante le umili origini e la mancanza d’istruzione. Si può solo ammirarla!

E’ un libro raccontato con semplicità, adatto per ragazzi dai 12 anni e impreziosito dalle illustrazioni di Daniela Tieni che raffigura Mary come un personaggio reale e ben delineato.

E ora ditemi:

Chi di voi non è affascinato dal fantastico mondo dei fossili?

Chi di voi non vorrebbe rifugiarsi in qualche cottage sulla baia della Jurassic coast e giocare con l’alta e bassa marea?

Chi di voi non subisce il fascino delle scogliere?

Avete letto la biografia di qualche scienziata che ha contribuito a importanti scoperte?

Grazie per aver letto fin qui

A presto

Francesca

 

Allo stesso modo che gli strati della terra conservano le serie degli esseri viventi delle epoche passate; così gli scaffali delle biblioteche conservano le serie degli errori del passato e le loro esposizioni, che, come quegli esseri, ai loro tempi, erano quanto mai vivi e facevano molto rumore, ora invece stanno rigidi e pietrificati, là dove soltanto il paleontologo letterario li esamina. (Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851)

Letture sui Cotswolds: Agatha Raisin, un’adorabile impicciona

Mi sono innamorata di Agatha Raisin e del suo modo burbero e schietto di rapportarsi con gli altri. Ho letto subito anche il secondo e terzo. Cercherò di leggere tutti i 29 libri.

Adoro il personaggio e vorrei conoscerla dal vivo. Ha un cervello fine, è sospettosa, curiosa e attenta ai dettagli. Una donna diretta che dice quello che pensa senza alcun filtro.

Non è magra (anzi un po’ in carne), è bassa, ha le gambe tozze ed è over 50. MI CI RIVEDO!

Le piace giocare alla psicologa, accetta di tornare a Londra per un periodo per avere conferma delle sue abili capacità di PR e che sa ancora destreggiarsi con clienti difficili.

Oltre a essere burbera, Agatha però è poco leale fingendo di aver cucinato lei stessa la quiche.

Lo consiglio perchè:

Non è un giallo cruento con dettagli dell’omicidio o arma del delitto. E’ un libro molto piacevole che fa sorridere e fa innamorare della protagonista. Ci sono anche cenni di romanticismo.

Le storie sono ambientate nei Cotswolds e solo per questo andrebbe letto. In questa splendida campagna inglese a nord di Bristol ci sono piccoli paesi con deliziosi cottage, attraversati da fiumi limpidi e con i tetti color miele. Leggendo il libro, sembra di essere in una delle loro sale da thè a chiacchierare con le dame del villaggio.

Ma vediamo la trama:

Autore: M.C. Beaton

Titolo: Agatha Raisin e la quiche letale

Agatha  Raisin è una donna di 53 anni che decide di abbandonare Londra, dove ha un’ottima posizione ed è a capo di un’agenzia di PR, per ritirarsi a Carseley, un piccolo villaggio dei Cotswolds nel mezzo della verde campagna inglese.

Sola e senza amici, Agatha cerca con difficoltà di ambientarsi nel piccolo villaggio abitato da paesani impiccioni e sospettosi. Per una donna mondana come lei, il cambiamento non è facile. Decide allora di partecipare alla gara di quiche organizzata dal paese e poiché lei non sa cucinare, va a comprarla a Londra. Durante la gara, un giudice, dopo aver assaggiato la quiche di Agatha, muore e tutto il villaggio punta il dito su di lei come assassina. Da accusata di omicidio, l’eccentrica Ahatha si trasforma in un’abile investigatrice per scagionare se stessa e trovare il vero assassino. Così, tra un thè con le dame del villaggio, domande in giro tra i paesani e incursioni nei cottage altrui, riesce a scoprire il vero colpevole e conquisterà così la fiducia degli abitanti di Carseley.

Sto iniziando a leggere “Agatha Raisin e la turista terribile”. L’avete letto?

Buona lettura,

Francesca

 

Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso.
(Fabrizio Caramagna)

 

Come avvicinare i bambini alla lettura

Come avvicinare i bambini alla lettura?

Vedo continuamente bambini molto piccoli con smartphone in mano. Mi dispiace molto perché al posto di quel telefono potrebbero avere un libro. In un mondo digitale, tecnologico e veloce dove io non mi ritrovo molto, io mi rifugio sempre più spesso in tutto ciò che è carta. E cero di trasmetterlo anche ai miei figli, ora adolescenti.

Amante da sempre di quaderni, agende, post it, bullet journal, scrivo ovunque e amo leggere la carta. I miei libri sono fortunatamente ancora tutti in carta. I nostri boys hanno sempre visto tantissimi libri “viaggiare” per casa e anche nella loro camera ci sono moltissimi volumi. Molti di questi erano miei o del mio omone dei tempi di quanto andavamo a scuola. Reperti archeologici!

E’ bello rivedere oggi quei grandi libri pesanti con le pagine ingiallite, sciupate e piene di ricordi d’infanzia. A noi è venuto naturale cercare di trasmettere ai nostri boys la curiosità e l’amore per i libri, che non dovrebbero essere visti come un obbligo legato ai compiti di scuola, ma come un affascinante tuffo in un mondo sconosciuto dove liberare la fantasia. Il nostro compito è di appassionarli fin da piccoli alla lettura cominciando magari da qualche classico, che come diceva Italo Calvino: un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.

Mi è piaciuta molto l’iniziativa della classe seconda elementare del mio bambino di tanti anni fa. La maestra d’italiano ci chiese una vecchia libreria dismessa da mettere in classe. Ogni bambino doveva poi portare un paio di libri da condividere con gli altri. Per quei bambini che terminavano prima i compiti o in una giornata di pioggia quando non si poteva andare in giardino, ecco che la libreria è diventata un importante stimolo e una valida scelta per il momento di ricreazione per i ragazzi.

Ma cosa possiamo fare per avvicinare i bambini alla lettura?

Ecco qualche piccolo suggerimento che ho messo in pratica con i miei ragazzi.

  • Andiamo in biblioteca, almeno un giorno la settimana

Le biblioteche di oggi hanno ormai uno spazio esclusivo per bambini, dove possono leggere, sfogliare e curiosare i tanti volumi messi a disposizione. Prendiamo l’abitudine di portarli almeno una volta la settimana e lasciamoli liberi di leggere quello che vogliono. Entrare in biblioteca, osservare tutte le persone che, in silenzio leggono i vari volumi o persone indaffarate a trovare i libri sugli scaffali sono un’esperienza molto piacevole per me, che ricordo con nostalgia fin dai tempi del liceo, quando per fare le ricerche, si doveva consultare i tanti volumi ed enciclopedie di carta. Molte biblioteche organizzano percorsi per bambini, dalle letture ad alta voce ai laboratori sui libri letti. La biblioteca diventa anche un momento di condivisione sociale. Consiglio anche di fare ai nostri figli la tessera di prestito personale in modo che si sentono grandi e responsabili per una cosa che possono utilizzare per un periodo limitato e che poi devono restituire per darla a un altro bambino.

Biblioteca comunale di Calenzano (FI)

  • organizziamo una piccola biblioteca in camera dei bambini

Creiamo nella loro camera una piccola biblioteca composta di un paio di scaffali (non necessariamente dobbiamo comprare un nuovo mobile) e chiediamo ai bambini di sistemare i libri a loro piacimento e di tenerli in ordine. Possiamo far creare una sorta di catalogo con l’elenco dei libri suddivisi per argomento, indicando se abbiamo preso un libro in biblioteca e quando dobbiamo restituirlo o se abbiamo prestato il libro a qualche amico. Noi gli abbiamo fatto creare dei segnalibri con carta e pennarelli in modo che possono utilizzarli per segnare il punto dove sono arrivati.

  • leggiamo con loro

Diamo ai nostri bambini il buon esempio. Leggiamo con loro. Non ha senso invitarli alla lettura se abbiamo il cellulare in mano! Scegliamo insieme il libro, troviamo una posizione comoda e leggiamo insieme. Se i bambini sono piccoli, leggiamo ad alta voce indicando sul libro le figure di cui stiamo parlando e facciamo girare a loro le pagine. Trasformiamo la lettura in un momento divertente in modo che non vedono l’ora di leggere di nuovo insieme. Nel nostro caso, i bambini sono cresciuti e sono autonomi nella lettura, quando erano piccoli, volevo averli con me nel lettone. Ognuno con il suo libro ma tutti insieme appassionatamente. Spesso ci chiedevano il significato di alcune parole che ovviamente noi spiegavamo, oppure li invitavamo a consultare il dizionario per abituarsi a cavarsela anche da soli.

  • parliamo di libri

Sfruttiamo i momenti dei pasti tutti insieme per parlare di libri. Chiediamo ai nostri bambini cosa stanno leggendo, cosa li sta piacendo e cosa invece non li entusiasma. Chiediamo quali sono i libri che vorranno leggere prossimamente. Raccontiamo a loro cosa noi stiamo leggendo e il motivo per cui stiamo leggendo proprio quel libro. Parliamo di libri in qualsiasi momento: mentre li portiamo a scuola, durante i pasti e tutte le volte che possiamo. Prestiamo attenzione ai loro racconti. E’ molto buffo ascoltare come descrivono un personaggio o un episodio, conditi con fantasia e la leggerezza. Facciamo in modo che i libri entrano nella nostra ruotine quotidiana. Noi abbiamo libri ovunque: sparsi per casa (siamo parecchio disordinati), in macchina, in bagno, in garage. E’ facile trovarne uno, anche per sbaglio.

  • leggere qualsiasi cosa

Se i bambini preferiscono leggere solo fumetti o libri d’indovinelli o enigmistica, va bene lo stesso. Non facciamo l’errore di imporgli i titoli che vogliamo noi. L’aspetto importante è che i bambini scoprono l’amore per la lettura, si creino attese, e facciano lavorare la fantasia. Con il tempo la loro curiosità si sposterà su altri titoli o generi. La presenza del babbo e della mamma deve essere un aiuto e compagno di lettura. Non dobbiamo essere né invadenti né forzarli a leggere se in quel momento hanno piacere di fare altre attività. Non è importante cosa leggono. Basta che leggono! Ricordiamoci che noi siamo il loro esempio. Se i bambini ci vedono leggere di continuo, sicuramente alla fine verrà anche a loro la voglia di prendere un libro in mano. E pian piano diventerà un passatempo piacevole.

Vale la pena ripensare alla frase dello scrittore Gianni Rodari affermava: il verbo leggere non sopporta l’imperativo!

  • libri come regalo

Per il loro compleanno, prendiamo l’abitudine di regalare i libri. Esistono ormai dappertutto librerie specializzate per bambini, dove possiamo acquistare volumi in base all’età sbizzarrendo tutta la nostra fantasia. Rispetto a videogiochi o giochi comuni, il libro deve essere percepito come un regalo prezioso per i loro momenti di svago. Se i bambini sono dei lettori appassionati, possiamo far compilare una lista dei titoli che vorrebbero leggere e distribuirla ai parenti o amici che desiderano comprare un dono per la ricorrenza del momento.

E voi come avvicinate i vostri bambini alla lettura?

Sono molto curiosa di saperlo.

Buona lettura.

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A presto,

Francesca

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